Seminario: Il retrobottega delle famiglie perfette

... per un tema che riguarda tutti da vicino ...

La proposta domenicale, alternativa ai centri commerciali, nasce dal desiderio di contrapporre all’immagine ideale di famiglia degli spot pubblicitari, troppo spesso teatro di raccapriccianti e “imprevedibili” episodi di violenza, una famiglia che sia portatrice di libertà per ogni suo membro; in cui le parole che circolano siano espressione diretta e lineare di sentimenti che, per quanto imperfetti, non siano mai mortali.

L’incontro, aperto a bambini di tutte le età, si svolgerà con la partecipazione di intere famiglie o membri di esse che intendano allearsi per creare terreno fertile alla crescita del “buono” dell’essere umano, unica difesa concreta ed efficace alla violenza dilagante.

Gioco, comunicazione ed arte saranno gli strumenti di cui ci avvarremo per cominciare a guardare dentro noi stessi, farsi delle domande di apertura al cambiamento negli stili di relazioni che sono fonte di malessere e insoddisfazione, trovare insieme ai nostri figli un modo condiviso per ascoltare le esigenze di tutti e starsi vicino nel rispetto reciproco.

Progetto ambizioso, ma possibile con la disponibilità di tutti.

Luogo:
Via G.del Papa, 88
EMPOLI (FI)

Data da definire

Cel.347/4404681

Per iscrizioni: Seminario: Il retrobottega delle famiglie perfette

1 commento:

Anonimo ha detto...

....In ascolto, “sensibili” alle suggestioni che ne scaturiranno. Allora anche “le streghe” potranno essere rintracciate dentro di noi, si identificheranno con quel “cancro dell’anima” rappresentato dalle nostre ambizioni a tutti i costi, e la loro “elaborazione”, forse potrà metterci al riparo e farci recedere da quel “…Io mi sono inoltrato nel sangue fino a tal punto, che se dovessi spingermi oltre a guado, il tornare indietro mi sarebbe pericoloso quanto l’andare innanzi”. Dal non varcare quella soglia tipo Auschwitz, varcata la quale tutto diventa facile. Dall’emergere di quella bestialità che di questi tempi ci atterrisce, sia che provenga da quei ragazzi “medi” di Verona, da un “campus di Perugia, o dall’emarginazione di Niscemi. Di questo parlano i Classici e Shakespeare, soprattutto se pronunciati e vissuti da giovani, rivolti ad altri giovani, ma soprattutto dovremmo richiamare a quell’assenza della società e della famiglia, che lascia “fra gli artigli di quel tigre” alle prese con le loro streghe i propri figli e tardivamente li piange e applaude all’uscita del feretro dalla chiesa: “Ah la paterna mano – non vi fu scudo, o cari, - Dai perfidi sicari – che a morte vi ferìr”.



Sergio Salvi