Anche questa volta quello che ho visto e sentito non mi è piaciuto. Volevano parlare di anime, di corpi e non so di che altro, avevano deciso di presentare la loro proposta con un titolo in cui i tre termini della questione erano separati da virgole; ma non avevo pensato che quelle virgole fossero il segno grafico di un pensiero scisso.
Forse il titolo era così: corpi, menti, anime e non doveva intendersi, come ho inteso io, e corpi e menti e anime ... ma corpi/menti/ anime.
La questione non è da poco, visto che mi sono ritrovata in un contesto inanidato e tronfio, tanto da essere ridicolo perchè stupido. Ho sorriso tanta era la stupidità nascosta dietro a roboanti citazioni. Meno male che la loro dichiarazione d'intenti era quella di discutere informalmente di filosofia! Forse, molto semplicemente, non è possibile togliere la forma alla filosofia perchè non ci resta niente.
Mero pensiero astratto, un esercizio di logica. Non c'è nulla di più materialistico!
Per questo soffro ad avvicinarmi a certi mondi e ogni volta confermo che non mi appartengono e che non ci posso e non voglio starci.
Pensiero logico formale: "Davanti a me vedo solo corpi. Dov'è l'anima?"
Dov'è l'anima non lo so ma sicuramente so, perchè lo sento, che questi corpi che ha davanti a lei non si limitano ad occupare uno spazio più o meno grande, non sono carne da macello, ma sono molto altro. Forse l'anima è corpo e se non lo vede, non dovrebbe trasformare la sua miopia in argomentazioni teoriche che generalizzano e appiattiscono tutto e tutti.
Ho anche sentito paragonare la felicità umana al meccanismo che regola il funzionamento di un sistema elettrico e l'effetto immediato è stato che le luci del desiderio di conoscenza e di condivisione che mi animavano si sono spente.
Allora hanno ragione loro? La felicità è una lampadina che si accende e l'infelicità è una lampadina che si spenge? Ma loro non intendevano dire questo. Citando Gadda, facevano, bensì, riferimento ad un sistema meccanicistico di funzionamento dell'essere umano che, disumanizzato,diventa uguale ad una macchina. La mente umana paragonata al computer. Pensavo che fosse un pensiero obsoleto, come direbbero loro, ed invece "patapam!" ci sono sbattuta contro, ancora una volta. La malattia e l'infelicità stanno nel materialismo, un macigno che non risparmia nessuno; chiunque incontri sulla sua via lo schiaccia e lo uccide perchè lo svuota di senso.
Ma non voglio entrare nell'ottica, o dovrei dire nella logica, della ragione e del torto. Non hanno nè ragione nè torto loro a vivere in questo modo, come non ho ragione o torto io che sento e dico queste cose. Mi fermo solo a constatare una diversità che, invece di essere fonte di creatività,mi allontana e la lontananza diventa incolmabile. Per cui mi alzo e me ne vado.
Forse il titolo era così: corpi, menti, anime e non doveva intendersi, come ho inteso io, e corpi e menti e anime ... ma corpi/menti/ anime.
La questione non è da poco, visto che mi sono ritrovata in un contesto inanidato e tronfio, tanto da essere ridicolo perchè stupido. Ho sorriso tanta era la stupidità nascosta dietro a roboanti citazioni. Meno male che la loro dichiarazione d'intenti era quella di discutere informalmente di filosofia! Forse, molto semplicemente, non è possibile togliere la forma alla filosofia perchè non ci resta niente.
Mero pensiero astratto, un esercizio di logica. Non c'è nulla di più materialistico!
Per questo soffro ad avvicinarmi a certi mondi e ogni volta confermo che non mi appartengono e che non ci posso e non voglio starci.
Pensiero logico formale: "Davanti a me vedo solo corpi. Dov'è l'anima?"
Dov'è l'anima non lo so ma sicuramente so, perchè lo sento, che questi corpi che ha davanti a lei non si limitano ad occupare uno spazio più o meno grande, non sono carne da macello, ma sono molto altro. Forse l'anima è corpo e se non lo vede, non dovrebbe trasformare la sua miopia in argomentazioni teoriche che generalizzano e appiattiscono tutto e tutti.
Ho anche sentito paragonare la felicità umana al meccanismo che regola il funzionamento di un sistema elettrico e l'effetto immediato è stato che le luci del desiderio di conoscenza e di condivisione che mi animavano si sono spente.
Allora hanno ragione loro? La felicità è una lampadina che si accende e l'infelicità è una lampadina che si spenge? Ma loro non intendevano dire questo. Citando Gadda, facevano, bensì, riferimento ad un sistema meccanicistico di funzionamento dell'essere umano che, disumanizzato,diventa uguale ad una macchina. La mente umana paragonata al computer. Pensavo che fosse un pensiero obsoleto, come direbbero loro, ed invece "patapam!" ci sono sbattuta contro, ancora una volta. La malattia e l'infelicità stanno nel materialismo, un macigno che non risparmia nessuno; chiunque incontri sulla sua via lo schiaccia e lo uccide perchè lo svuota di senso.
Ma non voglio entrare nell'ottica, o dovrei dire nella logica, della ragione e del torto. Non hanno nè ragione nè torto loro a vivere in questo modo, come non ho ragione o torto io che sento e dico queste cose. Mi fermo solo a constatare una diversità che, invece di essere fonte di creatività,mi allontana e la lontananza diventa incolmabile. Per cui mi alzo e me ne vado.
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