Nuova vita


Nuova vita: non la vecchia vita degli sfruttati che diventano sfruttatori,
dei tiranneggiati che diventano tiranni.
Se il potere sostituirà il potere,
il nostro pianeta non sopravviverà.
... Ciascuno di noi è responsabile delle nuove immagini
che stanno nascendo nell'inconscio,
che ci conferiranno il coraggio di fare il balzo nel buio dell'ignoto.
Per osare quel balzo,
dovremo renderci potenti con l'amore piuttosto che con il potere.

La rivolta dei bambini


In principio fu l'immagine,
non il verbo.

Felicità

(F. Carena, Le bambole)

Arte e scienza si toccano nel regno dell'immaginazione,

nel luogo in cui nascono le idee originali,

nel luogo in cui noi due più siamo vivi.



Sarà meglio non spiegare

Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni

Dev'essere un modo diverso di vedere ...

Per un momento odiai me stessa per aver spiegato,quello che doveva essere evidente.

La caduta degli dei

Jaques-Louis-David, Gli amori di Elena

“Ho scelto io il nome Elena. L’ultima parola, anzi, la decisione doveva spettare a me.
Elena è un nome antico, importante: ecco perché l’ho scelto per mia figlia; se ci penso bene Elena era una regina, una bellissima regina, una donna bellissima, talmente bella da far scoppiare una guerra … cosa non è stato fatto per tenerla, per riprenderla, per averla …”.

... quanta strada noi donne dobbiamo ancora fare se ci lasciamo abbindolare dal mito della bellezza, seduzione manipolativa, gestione subdola di un potere che è solo potere sull’altro e mai su se stesse. Anzi, è proprio cadendo in questa rete, tessuta per altri, che cadiamo vittime, senz’anima, aggrovigliate su se stesse, imprigionate, schiave del ruolo di cui ci siamo imbrattate gli abiti, i volti,i corpi ed i capelli.

E siamo forse belle, ma irrimediabilmente tristi.
Il mito di Elena ha assunto nel corso dei secoli innumerevoli forme; oltre che nell’Iliade e nell’Odissea si ritrova in Esiodo, Aristofane, Gorgia che ne danno interpretazioni diverse ma unite dal tema del doppio.
Elena, figlia di Nemesi, dea della vendetta, sposa di Menelao, fugge con Paride a Troia determinando l’assedio della città da parte degli Achei. Ma ci sono altre versioni secondo cui soltanto il fantasma di Elena avrebbe seguito Paride, mentre la vera Elena avrebbe passato gli anni della guerra in Egitto, nel regno di Proteo; ciò introduce nel mito il tema del doppio: Elena è una sposa infedele o la ragazza di Sparta? E’ una dea o un demone? E’ una o sono due?
Sicuramente Elena è una donna che, incapace di scegliere autonomamente e incondizionatamente, vive una situazione tragica.

Mi sa che di bello c'è ben poco!

E se provassimo direttamente a rivolgere la parola alla pazza?


Pazza per quel che propongo,
pazza negli occhi di chi guarda ...
Ieri ho visto un pazzo che
gridava e ballava per strada ...
Mah! dice lo scettico.
Oggi ho visto una donna, una pazza,
sì, doveva essere pazza,
perchè rideva
senza senso,
per niente.
Mah! dice lo scettico.
Stanotte ho visto
un vecchio pazzo
che chiedeva carezze ai passanti.
Sì, doveva esser pazzo,
ce ne sono tanti in giro ...
Ma sei pazza?
Che ti viene in mente?
Non dire queste cose,
non sta bene!
E la gente normale guarda,
incredula,
ammutolita o sogghignante,
impaurita o sprezzante
ma
sempre rigorosamente
lontana.
Francesca, Novembre 2006

Desperate housewives (Atto secondo)


... Lucia non riconosce niente di quello che ha intorno, non trova il modo di esprimersi, passa la vita a mortificarsi e a simulare di essere altro, sopporta, così le è stato insegnato; ma, come tutte le bambine di buona famiglia, come in tutte le fiabe che si rispettino, sogna la fuga: il principe azzurro che, su un meraviglioso destriero bianco, la salvi. Non vede alternativa: da sola non può farcela a salvarsi. Ma in ogni fiaba che si rispetti, nessuno ci dice che alla solita formula “ … e vissero felici e contenti” segue la tragica sorte di tutte le donne che, passando direttamente dalla casa del padre a quella del marito e poi, eventualmente dalla casa del primo marito a quella del secondo, e la lista potrebbe continuare all’infinito, passano inesorabilmente dalla padella nella brace sempre, ogni volta, con la speranza che sia la volta buona. E non lo è mai.
In più, questi sogni di gloria comportano il terribile ed ineluttabile senso di colpa che ogni brava ragazza deve portarsi in dote, insieme al corredo,in qualsiasi porto “sicuro” approdi.
E Lucia si sente in colpa nei confronti del marito che è soltanto inetto ma per il resto non le ha fatto nulla, nei confronti delle figlie perché, in fondo in fondo, si chiede perché non le bastino e le si insinua il tarlo di non amarle abbastanza e nei confronti della madre che sarebbe delusa da qualsiasi scelta si discosti da quella che ha fatto lei; l’invidia, lo sappiamo tutti, è una brutta bestia!

Francesca

Desperate housewives


Fare l'amore con lui: entro in un'altra dimensione. Ci sono momenti che, davvero, la testa non c'è più e ci sono solo le emozioni; ci sono il pianto e il riso nello stesso momento, la voglia di dare e l'istinto di avere,il bisogno e l'abbondanza, la disperazione e la gioia nelle loro massime espressioni. Il desiderio ... e, di colpo, l'essere tutt'uno; senza parole, i movimenti del corpo si assomigliano; ogni minima parte del mio corpo si fa partecipe del corpo di lui.

Questo è il mio desiderio ... ma sono ancora qui, in questa casa grande dove non riesco mai a trovare uno spazio per me e dove tutto mi sembra ormai vecchio e passato perchè nulla sta al passo con il mio tempo.
E sposto mobili, continuo a cambiare posizione a tutto ... ma tutto resta vecchio e non mi piace. Però quando ho finito sono stanca e mi sembra di aver fatto qualcosa di buono, e che, forse, qualcosa di buono succederà.

Per un uomo di altri tempi

(Primo squardo, Fabio Calvetti)
... sono qui,
tra i rumori ordinari della strada
e qui penso e
lo faccio con emozione.

Mi emoziona il pensiero di te che,
per quanto mi ami,
mi costringi a non essere
stupida,
mi costringi all'amore per
te
e per il mondo,
ad essere migliore di quella che sono ...

E se penso a quello che abbiamo fatto,
fino ad ora,
insieme,
mi manca il respiro.

Congedo

9 Aprile 2007

Quando morirò,
lasciate il mio balcone aperto.

Il bambino mangia aranci.
(Dal mio balcone lo vedo).

Il mietitore taglia il grano.
(Dal mio balcone lo sento).

Quando morirò,
lasciate il mio balcone aperto.

F. Garcia Lorca

Ho dovuto aspettare la fine per conoscerti meglio,
- Quante cose non ho potuto e saputo raccontare -
ma quello che ho conosciuto mi ha reso serena.
Se la morte ha un senso
credo che tutti noi ne abbiamo potuto godere
in questa significativa esperienza di separazione.

E' con la gioia nel cuore che ti saluto.

Francesca

La pazza di casa


Ma a volte può accadere in amore - nelle relazioni - che l’inadeguatezza non sia la nostra ...
“E’ banale” dice il filosofo … e nei brevi incontri non era male come uomo il filosofo.
Gentile, corretto, … colto.
L’incompatibilità della filosofia con la psicoanalisi cresceva insieme alla pancia.
Ragione, concetto,cultura da un lato, la contadina che dice le cose come stanno dall’altro …

Evidentemente c’è una differenza,
una incompatibilità.
Sarà nel linguaggio …
Io mi misi a dire parolacce
di fronte a cose impossibili.
“Ma che casino è questo …” ...
è un’esigenza interna di
linguaggio immediato …

(Per il testo integrale vedi Storia di una intervista in Bambino donna e trasformazione dell’uomo, M. Fagioli, 1996).

La condanna a non esser capiti, ad esser guardati con odio, ben che vada, con incredulità.
Sbigottimento, figlio dell’indifferenza che rende impossibile intuire un barlume di bellezza.
La condanna a stare fuori: fuori dalle istituzioni, dalle eredità, dai manierismi vuoti e formali … alla ricerca della soddisfazione del desiderio.
Una soddisfazione reale, però, non simulata, enfatizzata, mostrata tanta è la paura del nulla.
La condanna a capire prima, a vedere prima, a sapere prima;
la condanna a non poter condividere;
la condanna alla solitudine.
Ma non c’è scelta,
non si può tornare indietro,
anche perché ci aspetta una condanna - dai più condivisa -
che è la cecità,
l’ottusità,
la morte dei sensi,
la povertà di spirito,
la paura e
la normalità.
Mi convinco sempre di più che
la normalità sia una devianza della follia.

Ricordi di ricordi

( N.Alessandrini , 1935)

Auguri
Lilia,
tenui i colori.

Hai reso
l'infanzia
una fiaba.

Mi resta di te
la magia
del Natale,
il riso
appagato,
Pinocchio
Gian Burrasca
Sussi e Biribissi

letti per noi con buona cadenza
che ti divertiva

non chiedi mai niente
sommessa la tua tardiva protesta.




Quando penso a Empoli penso a mia madre - mio padre è venuto da fuori - e in primo luogo ad un ritratto di lei, vestita con un abito di lana celeste, eseguito dal professor Nello Alessandrini nrgli anni in cui, lei, nata ad Empoli nel 1921, frequentava la scuola di avviamento professionale L. da Vinci ...

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In prima battuta





Tutto nasce dal fraintendimento “ di confrontarci con chi di mestiere cerca di capire i nostri pensieri e comportamenti”.


Non hai capito nulla,ma va bene per cominciare.

“In passato ho avuto necessità di rivolgermi ad uno psichiatra, perché ero entrato in una profonda crisi, grazie a me stesso e al suo aiuto posso dire di avercela fatta”.


E’ troppo poco, non può bastare.

E poi chi è questo psichiatra?E’ rimasto uno psichiatra. Uno qualunque.

E’ troppo poco, continuo a dire.

E’ un tizio qualsiasi, non c’è affetto in quello che dici, non arriva nulla …

Cantava Julio Iglesias “Ti dirò, amo la luna e amo il sole, sono un pirata ed un signore, professionista dell’amore …”.

Spero solo non tu mi chieda spiegazioni.

Andiamo oltre:
“avercela fatta” a fare cosa?
Ah! Ho capito! Ce l’hai fatta ad uccidere lo psichiatra!L’hai fatto fuori e poi l’hai fatto sparire!

“Successivamente la mia vita è scorsa tranquilla, lavoro, famiglia, amicizie e passioni, tutto con
estrema regolarità”.



Mi devi spiegare com’è fatta la passione regolare perché non mi è chiaro!
Come è possibile che la passione sia regolare?

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Non aggiungiamo anni alla vita, ma vita agli anni

( Maddalena, Donatello 1453)



Quando è che qualcuno desidera di non sentire?
Quando sente troppo dolore. Quando il dolore che sente gli sembra talmente insopportabile da preferire la morte.
E’ di questi giorni la notizia di Welby che, vivendo attaccato ad un respiratore da non so quanti anni, ha chiesto in una lettera aperta al Presidente della Repubblica di poter morire.


L’eutanasia.


Non so se esistano buone morti, ma sicuramente esistono buone vite e quella di quell’uomo non so quanto possa dirsi tale.
Forse ha ragione lui.
Quanto a quelli che, dotati di braccia e gambe funzionanti, che possono consentire loro di muoversi e di fare, di occhi per curiosare, di bocca per dire e baciare, scelgono il testamento … credo che di buono in quelle morti ci sia ben poco.
Il ritorno dei morti viventi.
Dire, fare baciare, lettera o testamento. Ci giocavate mai da piccoli?
Certo è che se qualcuno desidera di non sentire, qualcosa ancora sente.

Non sei completamente morto ma non continuerei a scherzare con il fuoco perché ti potresti ustionare a tal punto da carbonizzare tutti i recettori sensoriali, compresi quelli del dolore, si intende.

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