Desperate housewives (Atto secondo)


... Lucia non riconosce niente di quello che ha intorno, non trova il modo di esprimersi, passa la vita a mortificarsi e a simulare di essere altro, sopporta, così le è stato insegnato; ma, come tutte le bambine di buona famiglia, come in tutte le fiabe che si rispettino, sogna la fuga: il principe azzurro che, su un meraviglioso destriero bianco, la salvi. Non vede alternativa: da sola non può farcela a salvarsi. Ma in ogni fiaba che si rispetti, nessuno ci dice che alla solita formula “ … e vissero felici e contenti” segue la tragica sorte di tutte le donne che, passando direttamente dalla casa del padre a quella del marito e poi, eventualmente dalla casa del primo marito a quella del secondo, e la lista potrebbe continuare all’infinito, passano inesorabilmente dalla padella nella brace sempre, ogni volta, con la speranza che sia la volta buona. E non lo è mai.
In più, questi sogni di gloria comportano il terribile ed ineluttabile senso di colpa che ogni brava ragazza deve portarsi in dote, insieme al corredo,in qualsiasi porto “sicuro” approdi.
E Lucia si sente in colpa nei confronti del marito che è soltanto inetto ma per il resto non le ha fatto nulla, nei confronti delle figlie perché, in fondo in fondo, si chiede perché non le bastino e le si insinua il tarlo di non amarle abbastanza e nei confronti della madre che sarebbe delusa da qualsiasi scelta si discosti da quella che ha fatto lei; l’invidia, lo sappiamo tutti, è una brutta bestia!

Francesca

Nessun commento: