
Lui era già morto quando lo incontrai, mentre io, appena nata, dovevo ancora provare che cosa significasse morire. Poi, arrivò la morte, anche per me. Una morte che apparentemente lascia intatti ma che, togliendo il senso dell'esistenza stessa, toglie tutto. Il senso di estraneità sostituisce tuti gli altri sensi, quelli che hanno il sapore della presenza.
Ascoltare il cuore battere nel torace e sapere che è mera meccanica e che in nessun modo corrisponde a palpiti di desiderio, diventa l'unica, atroce, attività.
Non resta che scimmiottare gli atteggiamenti di quell'Amore perduto, così vivo solo nella memoria, erosa, più che dal tempo che passa, dal vuoto che resta.
Quell'Amore perduto che, quando c'era, rendeva beatamente persi e che, una volta perso, rende persi tristemente.
Lo si cerca fuori da Sè, mentre, se c'è una speranza di ritrovarLo, è in Noi che dovremmo cercare.
Tutta la vita per un attimo di vita.
Il sublime non starà mai più, dopo quella Volta, nell'avere quell'Amore ma nel ricercarLo con determinazione in ogni remoto anfratto e nel donarLo, anzichè toglierLo, a Creature appena nate.
Con Amore