Si muore per amore?

Resuscitare i morti- di questo si tratta?
Dare movimento alla staticità, recuperare lo spessore come dimensione necessaria per la solidità dell'esser-ci. Ma esiste una cura per la superficialità? E' la superficialità una patologia o magari il frutto della patologia o una condizione dell'essere riconducibile ad una sanità mentale, che per quanto sana, resta comunque povera, figura piana priva di spessore, orba perchè incapace di vederne? Quando guardiamo nella stessa direzione - e sembrerebbe il massimo che potremmo augurarci nella vita - vediamo le stesse cose? Fino a quale punto siamo in grado di spingerci? Perchè allora, paradossalmente, la malattia diventa "il rifugium peccatorum", il luogo delle giustificazioni e delle false speranze. Un malato si può sempre curare, un povero di spirito può arricchirsi e arricchire? La malattia mentale coarta, ottunde la mente, rende, prima di tutto, indifferenti, appunto poveri di spirito; ma tutti quelli poveri di spirito sono malati? Siamo tutti capaci di riconoscere allo stesso modo un'opera d'arte, di apprezzarla, per non parlare dell'esserne artefici? Non credo. A quel punto siamo costretti a fare i conti con il materialismo altrui che toglie il respiro da quanto è pesante e ottuso.
"Che non si muore per amore, è una gran bella verità ...", ma si muore nella stupidità, la più alta forma di disamore.

3 commenti:

sergio salvi ha detto...

Inaridisce la terra senz'acqua, il fiore, la pianta, l'utero senza seme, l'ovulo senza spermatozoo, il mare senz'acqua, il fuoco senza alimento, l'uomo senza l'amore, il fanciullo senza l'esempio e la dolcezza, il mondo senza la responsabilità....cronache del disamore come amo definirle. Inondiamoci di bello, riflettiamolo sugli stolti, codesti lo saranno un pò meno, se dimostreremo la "produttività" dell'amore, forse qualcuno, poi molti investiranno anch'essi, non importa se creatori o fruitori, ma tutti dello stesso partito, con coraggio, determinazione,privazione, disperazione se occorre...tutti in guerra contro il disamore....con amore, mi raccomando!
Sergio Salvi

Roberta ha detto...

Possiamo pensare che la bellezza sia una cosa che riguarda il mondo esteriore.
Qualcosa di superficiale e non necessario.
Qualcosa di cui si può fare a meno.

La bellezza è un fatto interiore, qualcosa che si riferisce all'anima, a come siamo fatti dentro.

Un'opera d'arte ci costringe a renderci consapevoli dell'importanza della bellezza nella nostra vita,
a considerare quale ruolo le vogliamo dare e quale vogliamo avere per noi stessi.

Lasciarsi toccare dalla bellezza di un'opera d'arte ci costringe a fare della nostra vita un capolavoro.

lavinia ha detto...

"Non rifugiarti nell'ombra
di quel folto di verzura
come il falchetto che strapiomba
fulmineo nella caldura.
E' ora di lasciare il canneto
stento che pare s'addorma
e di guardare le forme
della vita che si sgretola.

Ci muoviamo in un pulviscolo
madreperlaceo che vibra,
in un barbaglio che invischia
gli occhi e un poco ci sfibra.

Pure, lo senti, nel gioco d'aride onde
che impigra in quest'ora di disagio
non buttiamo già in un gorgo senza fondo
le nostre vite randage.

Come quella chiostra di rupi
che sembra sfilaccicarsi
in ragnatele di nubi;
tali i nostri animi arsi

in cui l'illusione brucia
un fuoco pieno di cenere
si perdono nel sereno
di una certezza: la luce." (Montale)

Non si muore per amore, non si deve. Che siamo pienamente in noi, al massimo della nostra lucidità, oppure obnubilati da un dolore, una malattia, un rimpianto, io credo che il nostro unico dovere su questa terra sia vivere. Vivere un giorno dopo l'altro, mettendo tutto noi stessi, in qualunqe cosa noi crediamo davvero... un lavoro, un amore, uno scopo...