L'ironia nasce quando passa la paura
MONOLOGO ALLO SPECCHIO
R: Sono così emozionata ... domani, finalmente, mi sistemo!
F: Si, per le feste!
R: Ma perchè sei così antipatica ... mamma mia! triste proprio
F: I matrimoni sono tutti associazioni a delinquere o, ben che vada, società di mutuo soccorso del tipo: quando sta male Lei Lui gode e magnanimamente la aiuta; quando sta male Lui Lei gode e altrettanto magnanimamente lo aiuta. Insomma, come lo vuoi chiamare? un orgasmo in differita! Ecco. E non dirmi che non ti è mai capitato?
R: Certo che mi è capitato ...
F: Ah ecco!
R: ... ma mi è capitato anche di godere nello stare vicino alla persona che amo in un momento difficile senza godere minimamente della sua sofferenza, anzi di sentirmi strappare il cuore e le viscere di me stessa e di sentire che drammaticamente la sua felicità era anche la mia.
F: Immagino che sarebbe del tutto inutile mettermi qui a parlare di roba come il senso di potere più o meno inconscio che in tali momenti si può sperimentare nei confronti del partner, nonchè della gratificazione narcisistica di sentirsi indispensabili e addirittura salvifici rispetto a tale condizione dolorosa e bla, bla, bla ... per cui dimmi una cosa. Focalizza un giorno in cui Mario è tornato a casa e ti ha detto "Sono felice!" e tu, magari, eri stata tutto il santo giorno ad aspettarlo e, magari, anche a telefonargli e lui non si era fatto vivo. Non una telefonata, neppure un minuscolo SMS di quelli che ci metti meno di dieci secondi ad inviarlo mentre stai facendo altre tre cose. Lui era felice, sì. Ma la sua felicità, ahimè, non aveva niente a che vedere con te, non ti contemplava. Adesso, fai un lungo respiro e poi dimmi SINCERAMENTE che cosa hai provato, che gli hai detto, che hai fetto ... te lo dico io,cara, che hai fatto. Gli sei saltata al collo come un vampiro assetato di sangue e l'hai risucchiato tutto fino a dissanguarlo, fino a togliergli ogni forma di vitalità, in poche parole: glielo hai ammosciato, se non addirittura staccato a morsi. E tutto questo con un impercettibile gelido "Ah!". E ora, se hai il coraggio, dimmi che non è vero.
R: Non è vero. Vabbè, se proprio mi ci fai pensare, ma proprio pensare, pensare, pensare ... come voler guardare il famoso pelo nell'uovo ... bè, si, un giorno mi ha detto di essere molto felice ... avevamo passato la notte insieme, eravamo stati così bene, ma così bene che la mattina lo sai che mi ha detto? "Oggi sono proprio felice! Oggi! Ma ti rendi conto? E perchè era felice? Ero stata io a renderlo felice o era felice di suo? Magari quella mattina il barista particolarmente in forma gli aveva fatto un cappuccino da sballo! Poteva dipendere davvero da me la sua felicità? E se poi fosse dipesa davvero da me, valeva solo per quel giorno, per quella mattina, nient'altro? Ma per un momento mi ha fatto sentire importante.
F: E' tutto quello che ci può essere. La risposta sta in quel "per un momento" e l'assurdo sta nel voler rendere quel momento eterno.Non durerà, è una legge di natura.Quindi godiamo di quel momento e facciamola finita.
Sai qual è la verità? La verità è che il matrimonio con l'amore non c'entra niente. L'amore è sinonimo di libertà e allora mi devi dire come fai ad infilare la libertà nel "sacro vincolo" e raccontarmi che abbia spazio sufficiente per respirare!
R: (Respiro profondo)Io respiro benissimo! E domani respirerò ancora meglio ... respirerò anche per te, carissima! Come puoi dire che il matrimonio non è amore, è così da che abbiamo memoria, almeno io e te. Guardati intorno, il valore più grande è quello della famiglia... i tuoi, i miei genitori si sono amati per decenni ...
F: Ma ti sei bevuta il cervello! Apparte il fatto che la famiglia non c'entra con l'amore di cui stiamo parlando e che dovremmo discutere sul fatto che l'amore sia un valore, ma ti sei guardata intorno? Le stragi familiari ... le violenze domestiche ... le statistiche delle donne uccise tutti giorni dai propri compagni ... bollettini di guerra ...
R: tu guardi troppa televisione! Mi intristisci così, uffa'!
F:E tu invece credi ancora alle favole.Chi ti piace di più Cenerentola, La Bella Addormentata o ti sei buttata sulle nuove leve come Rapunzel?
R: Dai, smettila, basta con questo cinismo!
F: Senti, facciamo un bel discorso. Sai chi l'ha inventato il matrimonio? Te lo dico io chi l'ha inventato ... l'ha inventato la Chiesa in accordo con gli alienisti,i moderni psichiatri, se non lo sapessi.E lo sai perchè? Per il controllo delle masse,ergo, potere.Si torna sempre là.Non c'è nulla di romantico in questo.
R: Ma che ti sei mangiata un'enciclopedia! Non capisco perchè devi essere così distruttiva, invece di essere contenta per me.Sarà il giorno più importante della mia vita, lo sogno da quando ero piccola: (Da-dan) il vestito bianco, i fiori, mio padre che mi prende a braccetto per portarmi all'altare, da lui che mi aspetta emozionatissimo ed io, bellissima, che gli vado incontro ...
F: Si, ecco, brava, dalla padella nella brace!
R: Di cosa mi rimproveri? E' così sbagliato credere ancora nelle favole? Lo trovi così ingiusto? Credi che io non meriti, che tutte le donne non meritino di passare la vita accanto ad un uomo che le ami e le rispetti e guarda, ascoltami bene, tutto questo esiste davvero! Non capita sempre ma ora tocca a me.
F: Guarda che io penso che ti meriti molto di più. E' proprio questo il punto: noi donne, tutte quante, ci meritiamo molto di più: l'amore per noi stesse.
R: Ma io mi sposo proprio perchè mi amo e amo lui così intensamente che solo in sua assenza non potrei respirare e non il contrario come dici tu!
F: Oh mamma! questo proprio non me lo dovevi dire! Comunque passiamo oltre, chè tanto qui è un vicolo cieco.Dunque, il matrimonio è un patto, un contratto: barattiamo la reciproca libertà e poi pretendiamo di scopare bene! Ma lo vedi quanto è assurdo? Partiamo da un desiderio castrato con il vincolo e pretendiamo di mantenere vivo quel desiderio per tutta la vita, per dirla bene"finchè morte non ci separi". Già fatto!La morte già incombe sulla promessa di eternità. E' un patto di congelamento, lo capisci! Il segreto è che ogni essere umano, ogni donna, ogni uomo devono bastare a se stessi, edificare la propria identità... come un albero, il simbolo della vita, le radici - radicamento a terra ...
R: Om,Om ...
F: ... il tronco che fa da collante con le fronde che toccano il cielo, la spiritualità. Insomma, quello che voglio dire è che tutte le donne del mondo tragicamente portano il burqa e non lo sanno. E poi ci stupiamo che siano proprio le donne afghane a non volerlo togliere!Senti quanti stereotipi ci offuscano la mente ... quello che hai appena detto ... me lo merito, bla,bla,bla ... ma perchè, L'amore secondo te si merita? Quindi se non ti capita non te lo meriti? La vedi la trappola? Ci manca altro che tu mi dica che un uomo bisogna saperselo tenere e poi siamo a posto! Mi viene subito l'immagine di un cane al guinzaglio! Comprendi la gravità della parola "tenere"? come se fosse un'arte, l'arte della seduzione appunto che poi non è altro che manipolazione infiocchettata!
"Avere un uomo accanto dà valore alle donne". E invece questa convinzione ci impedisce di scegliere liberamente, di recuperare la dignità che è la forza più grande.Prendiamo il testimone di quante in passato hanno tentato di progredire, di sciogliere i nodi karmici propri e dell'intera società e portiamo avanti un progetto di vita autonomo ed indipendente. Oh, che bel discorso che ho fatto! Ora posso continuare a depilarmi per la seratina con Mario. In fondo l'ironia nasce quando passa la paura!
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4 commenti:
L'organizzazione dell'incontro di domani, il cielo azzurro pulito ed il sole caldo in una giornata d'inverno. Abbracciare un amico che non vedevo da quindici anni che ti chiede una firma contro la droga, cenare, per caso, nel ristorante di una amica assieme a cinque fisici uno dei quali è un bulgaro che vive in Lussemburgo e che sembra Toro Seduto, tornare in bicicletta la notte nel più splendido dei Lungarni, sentire un brivido, attraversare le Cascine cantando la Vie en Rose, incrociare i travestiti e le prostitute, avendo la sensazione che gli stivali, i jeans, il giaccone e soprattutto la bicicletta siano proprio ciò che serve per essere in quei momenti, sentire il brivido lento che rimane come una risacca lenta e non scende per un bel pò facendo apparire e permanere la mia anima buia, fondendola con quella luminosa ed entrambe assieme alle stesse anime della città.
Vorrei dire tutto quello che mi va, senza ferire nessuno. Vorrei giocare. Vorrei fare l'amore giocando.
Questa è una delle pagine più belle che ho letto negli ultimi anni. L'ha scritta Guareschi mentre era internato nel '44
"C’era qualcuno che era prigioniero di me stesso. Stava chiuso entro di me come in uno scafandro, e io lo opprimevo con la mia carne e con le mie consuetudini. Egli si affacciava ai miei occhi per vedere, e i suoi occhi erano acuti, ma il cristallo dei miei era appannato dai grassi vapori del vivere convenzionale.
Il suo cuore era chiuso nel mio, e doveva adeguare i suoi battiti al pulsare pesante del mio. La sua voce era chiara e dolce, ma era sopraffatta dalla mia voce dura e sgraziata.
C’era qualcuno che era prigioniero di me stesso, e la mia spessa cotenna lo opprimeva: ma ora egli è evaso dal suo carcere.
Un giorno camminavo su questa sabbia deserta, ed ero stanco e trascinavo faticosamente le mie ossa cariche di pesante nostalgia, quando ad un tratto mi sentii miracolosamente leggero, e il cielo mi apparve insolitamente profondo come se, mentre guardavo il mondo dietro i vetri sudici di una finestra, la finestra si fosse improvvisamente spalancata. E vedevo i minimi dettagli e le piccolissime cose mai viste prima, come un mondo nuovo, e ogni cosa si completava con tutti i suoi particolari. E sentivo anche i minimi fruscii come se mi si fossero strappate le orecchie, e udivo voci, parole sconosciute, e mi pareva fosse la voce delle cose, ma era soltanto la mia voce. La voce del mio prigioniero.
Mi volsi e vidi che ero uscito da me stesso, mi ero sfilato dal mio involucro di carne. Ero libero.
Vidi l’altro me stesso allontanarsi, e con lui si allontanavano tutti i miei affetti, e di essi mi rimaneva solo l’essenza. Come se mi avessero tolto un fiore e di esso mi fosse rimasto solo il profumo nelle nari e il colore negli occhi.
Ritroverò l’altro me stesso? Mi aspetta forse fuori dal reticolato per riprendermi ancora? Ritornerò laggiù oppresso sempre dal mio involucro di carne ed abitudini?
Buon Dio, se dev’essere così, prolunga all’infinito la mia prigionia. Non togliermi la mia libertà."
Giovannino Guareschi - FINALMENTE LIBERO, 29 novembre (Diario Clandestino)
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