Parigi.
Tutta questa meraviglia e niente in tasca.
Così, tutto si presenta, dissonante, per il difficile compito di sostenere la parzialità che si annida in ogni scelta.
Per quanto, poi, per un attimo, si possa, disposti a rischiare tutto, assaporare la totalità.
Ma, alla ricerca di quell'istante, tu
siedi di fronte al paesaggio, tanto sognato ed atteso, come il pittore di fronte alla tela ultimata ... e scopri l'inquietudine.
E' tutto orrendamente perfetto, così tanto perfetto da non trovar pace.
La mente, ingannatrice, comincia a fare strane elucubrazioni su come potresti stare bene, davvero, se non fossi assediata, derubata della fantasia, da mocciosi, tua carne e sangue,così instancabilmente occupati a vivere, da togliere il fiato a tutti quelli che, vicino a loro, avrebbero la velleità di occuparsi di sè.
Poi, ugualmente, stesso spettacolo mozzafiato di fronte, nella solitudine che rende liberi, così tanto anelata, spazzi infiniti a disposizione, nessuna urgenza, nessuna richiesta di presenza, uno struggimento, affascinante quanto sterile, sottrae linfa vitale, forse ancor di più di nasi moccicosi da soffiare.
Il pensiero va al rumore che mette allegria.
Parigi è di fronte a te, potresti toccarla, di più, palparne l'anima, ma finchè la guardi non puoi farci l'amore. Estranea, muori nella noia e nell'attesa delirante di come sarebbe bello ... se ...
Parigi.
Troppo bella per creare agio, troppo carica di aspettative per poterla soddisfare.
La fantasia non sente il caldo afoso, il vento respingente, la pioggia battente, la fatica della salita; la fantasia permette di creare immagini, più o meno ricche, più o meno dense, sempre costrette a confrontarsi con la realtà per non essere fantasticherie.
In qualche occasione, però, la realtà supera, per bellezza, la fantasia, oso, realtà e fantasia diventano un tutt'uno.
Parigi è dentro.
E' il tempo del desiderio.
Parigi.
Tutta questa meraviglia in tasca.
Averti addosso
Se non so dire quel che sento dentro
come un cieco come un sordo,
se non so fare quel che si deve fare
come una scimmia come un gatto,
se non so amare come si deve amare
come un bambino come un cretino,
se non so dare come una tasca vuota
come un problema ormai risolto.
Averti addosso
si, come una camicia come un cappotto
come una tasca piena come un bottone
come una foglia morta come un rimpianto.
Averti addosso
come le mie mani, come un colore,
come la mia voce, la mia stanchezza
come una gioia nuova, come un regalo.
E se il mio cuore vuole cadere da bocca
che ti cerca e che ti inghiotte
così mi porta dentro la tua vita
questa canzone mai finita.
Averti addosso come le mie mani, come un colore,
come la mia voce, la mia stanchezza
come una gioia nuova, come un regalo.
Averti addosso
come la mia estate di S. Martino
come una ruga nuova come un sorriso
come un indizio falso come una colpa.
Averti addosso
come un giorno di sole a metà di maggio
che scalda la tua pelle e scioglie il cuore
e che ti dà la forza di ricominciare.
Averti addosso
averti insieme
restare insieme, volerti bene.
Averti addosso
averti insieme
restare insieme, volerti bene.
Gino Paoli
Sensibilmente
Magari, ogni volta, il dolore è sempre lo stesso, non c'è esperienza che ne riduca l'intensità e per ogni esperienza che si possa fare, sempre lì torniamo, a sentirlo di nuovo. Ma ciò che può cambiare è che, accanto ad esso o, forse, ancora più in fonto, non c'è la morte bensì la vita, la propria, che solo così acquisisce un senso, profondo, quanto e più del dolore provato.
Tu,la tua bellezza ...
Piccolo mondo antico
Una parola d'amore anche per me
Per 20 anni ho taciuto.
Non avevo voce, i miei pensieri si fermavano in gola, i sogni albergavano la notte. Lo stomaco cominciò a parlare il suo linguaggio acido, parole dolenti,brucianti...tutto quel fuoco dentro e il pallore sul viso, lo sguardo spento senza occhi senza curiosità..sparivo lentamente morivo mi dissolvevo..poco cibo poca acqua poco sonno.Un giorno che piansi fino a svenire qualcuno disse sei migliore di quello che sembri.una parola d'amore, fu un dono inaspettato.Il sogno oltrepassò l'alba, corsi una notte al mare, e lì mi incontrai...
Non avevo voce, i miei pensieri si fermavano in gola, i sogni albergavano la notte. Lo stomaco cominciò a parlare il suo linguaggio acido, parole dolenti,brucianti...tutto quel fuoco dentro e il pallore sul viso, lo sguardo spento senza occhi senza curiosità..sparivo lentamente morivo mi dissolvevo..poco cibo poca acqua poco sonno.Un giorno che piansi fino a svenire qualcuno disse sei migliore di quello che sembri.una parola d'amore, fu un dono inaspettato.Il sogno oltrepassò l'alba, corsi una notte al mare, e lì mi incontrai...
lalla
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