Novella d'amore

C'era una volta un califfo di Ispahan che dopo vent'anni di felicità coniugale s'andava tristemente disamorando della regina. Col cuore in pezzi, la vedeva perdere di giorno in giorno il fascino che aveva conservato tanto a lungo. Il viso della regina stava diventando scialbo, appariva grigio, cupo e mesto. Gli angoli delle labbra mostravano una piega amara e delle rughe violacee le appesantivano lo sguardo spento. Pareva soprattutto che avesse rinunciato a sedurre e che deliberatamente venisse meno al dovere di essere bella cui ogni donna , e una regina più di ogni altra, è tenuta.
Così, il califfo si stava allontanando da lei. Tutti i pretesti erano buoni per andarsene in guerra, a caccia o in missione diplomatica. Anche il suo interesse verso le damigelle di corte appariva sempre più insistente.
Un giorno però, uscendo dalle sue stanze per recarsi nella sala del Consiglio, gli accadde di passare dietro alla regina che s'acconciava la capigliatura davanti a uno specchietto.
Guardò di sfuggita nello specchio e si fermò sbalordito. Il viso che vi aveva appena scorto risplendeva di radiosa bellezza. Quegli occhi brillavano di gioia. Gli angoli delle labbra si rialzavano in un sorriso pieno di gaia ironia. Colto da stupore, il califfo restò fermo, e, poggiando le mani sulle spalle della regina, la fece voltare verso di lui. Che mistero! Il viso che adesso stava fissando era, come al solito, grigio, cupo e mesto. Gli angoli delle labbra ricadevano in una piega amara. Delle rughe violacee le appesantivano lo sguardo spento. Il califfo alzò le spalle e si recò al Consiglio.
Tuttavia la fugace illuminazione che aveva colto al mattino, seguitava a occupare la sua mente. Cosicchè l'indomani fece in modo che si ripetesse la scena del giorno prima. Mentre la regina stava di fronte al suo specchietto, le passò dietro osservandone l'immagine riflessa. Il miracolo si ripetè: vi si rifletteva una donna che risplendeva di gioia. Di nuovo il Califfo la fece voltare verso di lui. Di nuovo, il volto che scoprì era solo una maschera di lutto e malinconia. S'allontanò ancora più inquieto del giorno prima.
La sera, si recò presso il saggio Ibn Al Houdaida ... Gli raccontò del disamore che si stava instaurando tra lui e la regina, del velo di infelicità che abitualmente le copriva il volto, ma anche della scoperta di una donna trasfigurata nel piccolo specchio come per due volte aveva constatato, e gli raccontò pure della sua delusione quando poi l'aveva guardata dritto in volto.
Ibn Al Houdaida meditò a lungo in seguito a questo racconto. Lui che viveva da tanto tempo senza moglie e senza specchio, cosa ne poteva sapere? Interrogò il discepolo d'un tempo.
"Cosa vedevi esattamente, nello specchio che osservavi da sopra la spalla della regina?".
"Ve l'ho già detto" rispose il Califfo "vedevo la regina radiosa di bellezza".
Il saggio seguitò a riflettere.
"Ricordati bene. Davvero vedevi soltanto il volto della regina?".
"Sì, insomma ... credo. Forse vedevo anche il muro della stanza, o una parte del soffitto".
"Domani mattina, riprova di nuovo e guarda meglio" gli ordinò Ibn Al Houdaida.
L'indomani sera, il Califfo si presentava di nuovo a casa sua.
"Allora?" gli chiese il saggio. "Che hai visto nello specchio, oltre alla regina trasfigurata?".
"Ho scoperto la mia testa in secondo piano e un pò sfocata nella penombra" disse il Califfo.
"Ebbene", disse il saggio "ecco la chiave del mistero! Quando affronti la regina di fronte, con durezza, senza amore, come un giudice, quando la squadri come se volessi contare le sue rughe o i suoi capelli grigi, allora la getti in una solitudine che l'addolora e l'imbruttisce. Invece, quando il tuo viso è accanto al suo essa irradia bellezza e gioia. Ti ama, ecco, e si illumina solo quando le vostre due teste sono unite nella stessa cornice con lo sguardo rivolto allo stesso paesaggio, allo stesso avvenire ... ".
Michel Tournier

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