seduto sul sofa'
in cima alle scogliere
a picco sopra al mare
C'era due volte me
amico di un altro me
fratello di un altro me
cugino di un altro me
Il cugino del primo me
parti per la sua guerra
il fratello lo imito'
diretto alla sua terra
Gli altri che guardavano
bambini in riva al mare
dal dubbio furon presi
di non saper amare
Cadde il re dalla scogliera
e sprofondo' nel mare
un fulmine segno'
il suo volo abissale
Chi vide il cataclisma
giura sulla bibbia
che succedeva tutto
ma non sembrava nulla
Persi sulla riva
con un sacchetto in testa
partirono ciascuno
con la sua lancia in resta
Seri giullari
di falange irregolare
armati della forza
del non disperare
Il circuito lineare
che ciascuno aveva accolto
sembrava, in apparenza,
che lo portasse dritto
Abiti e mercanti
spezie e terre rare
ebbero modo di vedere
in terre emerse e sotto al mare
Donne uomini e bambini
cadevano a ogni passo
ad occhi aperti e chiusi
conobbero il trapasso
C'e' un punto viscerale
che ciascuno conosceva
che in origine guidava
e all'origine tendeva
Da quel punto ognuno andava
da quel punto si veniva
a quel punto si tornava
ma quel punto poi dov'era
Stretti a cerchio attorno al fuoco
una notte a nord o a sud
si trovarono in silenzio
con casacche variopinte
Chi vestiva col mantello
chi divise militari
alcuni in abiti da festa
alcuni come creature dei mari
Nel buio della notte
alla luce delle stelle
allo sfavillio del fuoco
si rifusero la pelle
Sciolti assieme insieme al tutto
perso il senso e ritrovato
in un attimo conclusero
il cerchio desiderato
Tutto fu e fini' adesso
senza il tempo di pensare
senza il tempo di gridare
senza il tempo e basta
Chi conosce quei momenti
in cui il destino si realizza
sa che la gioia non ha aria
se il dolore non la bacia
In quei punti d'infinito
dove tutto questo accade
tutti i protagonisti vivono e spariscono
come queste parole
Lorenzo