Cadere dalla realtà nell'immaginazione



Da Edward Bond, A blast to our smug theatre, in "The Guardian", 28/I/1995


[...] I poveri che giacciono nelle strade delle nostre città mi ricordano i morti per le strade del Ghetto di Varsavia. Le immagini sono presagi e dobbiamo imparare a interpretarle. Se non lo facciamo, entriamo nel mondo delle immagini: il vero mondo del fascismo, razzismo, nazionalismo e patriottismo. I "vampiri" diventano reali. Le strade diventano violente e il governo diventa una "fredda guerra civile".

Le nostre nascite e morti sono assurde. Ma le nostre vite non devono esserlo. Trovare un senso nella vita è ciò che ci rende umani. Spesso il teatro mescola immagini delle cose che dobbiamo accettare: la nostra mortalità e la nostra debolezza, con immagini di ciò che dobbiamo cambiare: la nostra vita sociale quotidiana. E' proprio allora che scopriamo il nostro bisogno di giustizia e non solo di cibo e vestiti: è il bisogno di dare un senso alla nostra vita. E questo senso è collegato alla nostra vita, senza di esso non saremmo umani. E' un bisogno che l'economia da sola non può soddisfare. Quando alla fine arriva la catastrofe, tutto succede in modo rapido e totale. Dopo lo smarrimento ci chiediamo come l'umanità possa essere stata inumana. Questo succede perchè si cade dalla realtà nell'immaginazione.

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