Alcune considerazioni sulla vita come presupposto per una giornata di seminario in cui sperimentare la possibilità di ricercare un senso di continuità tra un prima e un dopo che, alcune volte, risultando inconciliabili, impediscono il naturale ed auspicabile fluire dell'esistenza.
DATA: Domunica 9 Ottobre 0re 9.00 LUOGO: Via G. del Papa, 88
Noi non siamo come l’albero che vive e non si sente, a cui la terra, il sole, l’aria, la pioggia, il vento, non sembra che sieno cose ch’ esso non sia: cose amiche o nocive. A noi uomini, invece, nascendo,è toccato un tristo privilegio: quello di sentirci vivere, con la bella illusione che ne risulta: di prendere cioè come una realtà fuori di noi questo nostro interno sentimento della vita, mutabile e vario, secondo i tempi, i casi e la fortuna. L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal
La vita dà senso a tutto, e si potrebbe dire che non l’uomo è la misura di tutte le cose, ma la vita dell’uomo, e dunque il divenire e non l’essere inteso come fissità. Definire la vita diventa tema inutile e forse impossibile: quale vita?in che contesto? Mentre parlare della mia vita è possibile perché sono un esistente che vive: e naturalmente questo risulta a chi è fuori di me, ma soprattutto a me che agisco.
Comprendere è inseparabile dall’esistenza umana, al punto che esistere significa, alla lettera, conoscere. Piuttosto che essere una rappresentazione più o meno valida di una realtà “data”, conoscere corrisponde invece al processo ontologico di costruire un mondo in grado di rendere consistente l’esperienza in corso di colui che vive. Conoscersi significa essenzialmente essere in grado di gestire l’effetto che fa essere se stessi di fronte alla crescente chiarezza con cui è percepita l’irreversibilità della propria vita; questo comporta sentire emozioni complesse che sono ingredienti essenziali dell’esperienza umana.
“ Che cos’è la verità?” è una domanda fondamentale. Ma che cos’è in confronto dell’altra: “Come sopportare la vita?” E questa impallidisce vicino a quest’altra ancora: “Come sopportarsi?” Ecco la domanda capitale alla quale nessuno è in grado di dare risposta” Choran
Vedi cara, è difficile a spiegare, è difficile parlare dei fantasmi di una mente. Vedi cara, tutto quel che posso dire è che cambio un po' ogni giorno, è che sono differente. Vedi cara, certe volte sono in cielo come un aquilone al vento che poi a terra ricadrà. Vedi cara, è difficile a spiegare, è difficile capire se non hai capito già...
Vedi cara, certe crisi son soltanto segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire. Vedi cara certi giorni sono un anno, certe frasi sono un niente che non serve più sentire. Vedi cara le stagioni ed i sorrisi son denari che van spesi con dovuta proprietà. Vedi cara è difficile a spiegare, è difficile capire se non hai capito già...
Non capisci quando cerco in una sera un mistero d' atmosfera che è difficile afferrare, quando rido senza muovere il mio viso, quando piango senza un grido, quando invece vorrei urlare, quando sogno dietro a frasi di canzoni, dietro a libri e ad aquiloni, dietro a ciò che non sarà... Vedi cara è difficile a spiegare, è difficile capire se non hai capito già...
Non rimpiango tutto quello che mi hai dato che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora, anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perchè questo tempo dura ancora. Non cercare in un viso la ragione, in un nome la passione che lontano ora mi fa. Vedi cara è difficile a spiegare, è difficile capire se non hai capito già...
Tu sei molto, anche se non sei abbastanza, e non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi, tu sei tutto, ma quel tutto è ancora poco, tu sei paga del tuo gioco ed hai già quello che vuoi. Io cerco ancora e così non spaventarti quando senti allontanarmi: fugge il sogno, io resto qua! Sii contenta della parte che tu hai, ti do quello che mi dai, chi ha la colpa non si sa. Cerca dentro per capir quello che sento, per sentir che ciò che cerco non è il nuovo o libertà... Vedi cara è difficile a spiegare, è difficile capire se non hai capito già...
Da Edward Bond, A blast to our smug theatre, in "The Guardian", 28/I/1995
[...] I poveri che giacciono nelle strade delle nostre città mi ricordano i morti per le strade del Ghetto di Varsavia. Le immagini sono presagi e dobbiamo imparare a interpretarle. Se non lo facciamo, entriamo nel mondo delle immagini: il vero mondo del fascismo, razzismo, nazionalismo e patriottismo. I "vampiri" diventano reali. Le strade diventano violente e il governo diventa una "fredda guerra civile".
Le nostre nascite e morti sono assurde. Ma le nostre vite non devono esserlo. Trovare un senso nella vita è ciò che ci rende umani. Spesso il teatro mescola immagini delle cose che dobbiamo accettare: la nostra mortalità e la nostra debolezza, con immagini di ciò che dobbiamo cambiare: la nostra vita sociale quotidiana. E' proprio allora che scopriamo il nostro bisogno di giustizia e non solo di cibo e vestiti: è il bisogno di dare un senso alla nostra vita. E questo senso è collegato alla nostra vita, senza di esso non saremmo umani. E' un bisogno che l'economia da sola non può soddisfare. Quando alla fine arriva la catastrofe, tutto succede in modo rapido e totale. Dopo lo smarrimento ci chiediamo come l'umanità possa essere stata inumana. Questo succede perchè si cade dalla realtà nell'immaginazione.
"4.48 Psychosis" Venne inscenato per la prima volta al Royal Court Jerwood thetre , il 23 giugno 2000 . Il cast era il seguente: Daniel Evans Jo McInnes Madeline Potter Diretto da: James Macdonald Disegnato da: Jeremy Herbert Luci: Nigel J Edwards Suono: by Paul Arditti (Un silenzio molto lungo.) – Ma tu hai amici. (Un lungo silenzio.) Tu hai molti amici. Cosa gli offri per farti sostenere così ? (Un lungo silenzio.) Cosa gli offri? (Silenzio.) ------------------------------------------------- Una coscienza solida risiede in un offuscata sala da pranzo vicina al soffitto di una mente il cui pavimento si deforma come Dieci mila scarafaggi quando entra un raggio di luce, ed in un istante tutte quelle anime fossero una sola cosa e gli scarafaggi conoscessero una verità che nessuno pronuncia mai. Ho passato una notte in cui tutto mi è stato rivelato. Come posso parlare di nuovo? L'ermafrodita marcia che si fidò solo di se stessa trova la stanza brulicante e prega di non svegliarsi mai dall'incubo. Erano tutti li fino all'ultimo E conoscevano il mio nome Come se fossi scivolata come uno scarafaggo sugli schienali delle loro sedie. Ricorda la luce e fidati di lei Un istante di chiarezza prima della notte eterna Non lasciarmi dimenticare --------------------------------------------------------------- Sono triste Sento che non c'è speranza nel futuro e le cose non possono migliorare Sono annoiata e insoddisfatta di tutto Sono un completo fallimento Sono colpevole, sto venendo punita Vorrei uccidermi Ero capace di piangere,ora sono oltre le lacrime Ho perso interesse negli altri Non posso prendere decisioni Non posso mangiare Ne dormire Ne pensare Non posso superare la mia solitudine, la mia paura , il mio disgusto Sono grassa Non so scrivere Non so amare Mio fratello sta morendo,il mio amante sta morendo, Li sto uccidendo entrambi Sono alla carica verso la mia morte Sono terrorizzata dalle medicine Non posso fare l'amore Non posso scopare Non posso stare sola Non posso stare con gli altri I miei fianchi sono troppo larghi I miei genitali mi disgustano Alle 4.48 Quando la depressione viene a farmi visita mi potrei impiccare al suono del respiro del mio amante Non voglio morire Sono diventata così depressa per il fatto di essere mortale che ho deciso di suicidarmi. Non voglio vivere Sono gelosa del mio amante addormentato e ricopro la sua incoscienza indotta Quando si sveglierà invidierà la mia notte senza sonno di pensieri e discorsi disconnessi. Mi sono rassegnata alla morte quest'anno Qualcuno la chiamerà autoindulgenza (Sono fortunati a non conoscere la verità) Qualcuno conoscerà la semplice esistenza del dolore Questa sta diventando la mia normalità. -------------------------------------------- 100 91 84 81 72 69 58 44 37 38 42 21 28 12 7 Non è stato a lungo,Non era a lungo, Io non ero li a lungo.Ma bevendo caffè amaro nero, Ho catturato l'odore di medicinali in una nuvola di tabacco atavico,e qualcosa mi tocca ancora in quel posto, e una ferita di due anni fa si apre come un cadavere e una vergogna seppellita da tempo ruggisce il suo orrendo orrore decomposto. Una stanza di facce inespressive osserva blandamente il mio dolore, così privo d'intenzione dev'essere il male. Dott Questo e Dottor quello e il dott "Cos'è quello" che sta passando e deve aver pensato di fare una puntata per stuzzicare. Bruciando in un rovente tunnel di sbigottimento, la mia umiliazione è completa,mentre tremo senza ragione e balbetto, senza aver niente da dire riguardo la mia "malattia" , che in ogni modo riguarda solo il fatto che nulla è importante, visto che tanto morirò. E sono incagliata da quella calma voce psichiatrica che mi dice che esiste una realtà obbiettiva in cui il mio corpo e la mia mente sono una cosa sola. Ma io non sono qui, e non ci sono mai stata, dott Questo prende appunti e dott Quello si sforza in un simpatico mormorio. Osservandomi, giudicandomi, annusando l'aroma di fallimento debilitante che sgorga dalla mia pelle,la mia graffiante disperazione e il panico debilitante , mentre mi apro terrorizzata al mondo, chiedendomi perchè tutti mi sorridono e mi guardano, consci della mia vergogna. Vergogna Vergogna VERGOGNA Affoga nella tua fottuta vergogna. Dottori imperscrutabili , dottori sensibili, dottori-fuga, dottori che penseresti si scopino i pazienti, se non ti venisse dimostrato il contrario, fate la stessa domanda, mi mettete parole in bocca, offrite cure chimiche per angoscie congenite,e vi coprite il culo a vicenda fino a quando non mi viene voglia di urlarvi addosso , l'unico dottore che mi ha mai toccato volontariamente, guardato negli occhi, che ha riso alle mie battute patibolari pronunciate con voce cavernosa,che mi ha preso in giro quando .mi sono rasata la testa, che mentiva, dicendo che era felice di vedermi. Ti ho creduto, ti ho amato, non è perderti che mi addolora,quanto le tue fottute stronzate mascherate da annotazioni mediche. La tua verità, le tue bugie, non le mie. E mentre io ti credevo diverso,mentre credevo che forse avevi provato anche tu quell'angoscia che mi era parso guizzarti sul viso trattenendola dall'eruttare, tu stavi solo parandoti il culo.Come ogni altra stupida fichetta mortale . Per la mia mente, questo è tradimento, e la mia mente è il soggetto di questi frammenti sfasati. Niente può spegnere la mia rabbia. Niente può farmi ritrovare la fede. Questo è un mondo in cui io non desidero vivere. ------------------------------------------------------- – Hai mai avuto dei progetti? – Farmi un overdose,tagliarmi le vene, e impiccarmi. – Tutte queste cose insieme? – Non potrebbe essere malinterpretato come una richiesta d'aiuto. (Silenzio.) – Non funzionerebbe. – Certo che funzionerebbe. – Non funzionerebbe.Inizieresti ad addormentarti per l'overdose e non avresti abbastanza energia per tagliarti le vene. (Silenzio.) –Starei su una sedia con un laccio attorno al collo. (Silenzio.) – Se stessi da sola credi che potresti farti del male? – Ho paura di si. – Potrebbe esserti d'aiuto? – Si.La paura mi tiene lontana dalle rotaie dei treni. Prego solo dio che la morte sia la fottuta fine. Mi sento come avessi ottant'anni.Sono stanca di vivere e la mia mente vuole morire. – Questa è una metafora, non la realtà. – E' una similitudine. – Non è la realtà. – Non è una metafora, è una similitudine,ma anche se fosse,una delle condizioni di definizione della metafora è che è reale. -(Un lungo silenzio.) – Non hai ottant'anni. -(Silenzio.) -Li hai? (Silenzio.) li hai? (Silenzio.) E' così? (Un lungo silenzio.) – Disprezzi tutte le persone infelici o sono particolare? – Non ti disprezzo, non è colpa tua. Sei malata. – Non credo proprio. – No? – No.Sono depressa.La depressione è rabbia. I'm depressed. Depression is anger.E' questione di cos'hai fatto, chi era li, e chi stai incolpando. – E chi stai incolpando? –Me stessa. ---------------------------------------------------------- Il corpo e l'anima non possono mai fondersi Ho bisogno di diventare quello che sono già e ringhierò a questa incongruenza che mi ha spedito all'inferno, la speranza eterna non può sorreggermi. Affogherò nella disforia. Nel nero e freddo stagno del mio io. L'abisso della mia mente immateriale. Come posso ritornare alla forma, ora che il mio pensiero materiale se n'è andato? Non è una vita che possa sopportare. Mi ameranno per quello che mi distrugge. La spada nei miei sogni La polvere dei miei pensieri La malattia che si riproduce nelle pieghe della mia mente. ------------------------------------------------ Ogni complimento si porta via un pezzo della mia anima Un cavallo espressionista Nel mezzo di due pazzi Non sanno nulla.- Io ho sempre girato libera resistendo su una linea di cleptomani letterari (Una tradizione onorata nel tempo) Il furto è l'atto sacro su una contorta via all'espressione Un attacco d'urla denota l'impellente collasso nervoso Solo una parola sulla pagina ed ecco il dramma. Io scrivo per il morto Per il mai nato Dopo le 4:48 non dovrei più parlare Ho raggiunto la fine della desolata e ripugnante favola di un giudizio internato in una carcassa aliena, deformato dallo spirito maligno della maggioranza morale. Sono stata morta per molto tempo tornata alle radici Canto senza speranza al confine -------------------------------------------------------- RSVP ASAP ----------------------------------------------------- A volte mi rigiro e sento il tuo odore e non posso muovermi, non posso cazzo andare avanti senza esprimere questa terribile fottuta schifosa brama che provo per te.E non posso credere di sentire questo per te e che tu non provi niente.Non senti niente? (Silenzio) Ed esco alle sei di mattina iniziando la tua ricerca. Se ho sognato un messaggio su una strada, o un pub, o una stazione, io vado li.E ti aspetto. (Silenzio.) Sai, mi sento proprio manipolata (Silenzio.) Non ho mai avuto problemi a dare alla gente quello che voleva. Ma nessuno è stato capace di fare lo stesso per me.Nessuno mi tocca,nessuno mi si avvicina. Ma adesso tu mi hai toccato da qualche parte fottutamente in profondità.Non posso credere di non poter fare lo stesso con te.Perchè non posso trovarti. (Silenzio.) A chi assomiglia? E come la riconoscerò quando la vedrò? Lei morirà,lei morirà, lei morirà e basta. (Silenzio.) Credi che sia possibile per una persona nascere nel corpo sbagliato? (Silenzio.) Vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo per rifiutarmi non essendo mai li, vaffanculo per farmi sentire una merda, vaffanculo per dissanguarmi di vita e d'amore, vaffanculo a mio padre per avermi distrutto la vita, e vaffanculo a mia madre, per non averlo lasciato, ma più di tutti, vaffanculo dio, che mi costringe ad amare una persona che non esiste. VAFFANCULO VAFFANCULO VAFFANCULO. ----------------------------------------------------------------- Oh cara, cos'è successo al tuo braccio? -L'ho tagliato Questo è un modo molto immatura di attirare l'attenzione, ti ha dato sollievo? -No Ha abbassato la tensione? – No. – Ti ha dato sollievo? (Silenzio.) Non ti ha dato sollievo? – No. – Non capisco perchè lo hai fatto. – Allora chiedilo. – Ha ridotto la tensione? (Un lungo silenzio.) Posso guardare? – No. – Mi piacerebbe dare un occhiata, per vedere se è infetto. – No. (Silenzio.) – Ho pensato che avresti potuto farlo. Molti lo fanno. Riduce la tensione. – Lo hai mai fatto? – ... – No. Troppo fottutamente sana e sensibile . Non so dove lo hai letto, ma non riduce la tensione. (Silenzio.) Perchè non mi chiedi perchè? Perchè mi sono tagliata il braccio? – Ti piacerebbe dirmelo? – Si. - Allora dimmelo.
L'incontro è rivolto a chiunque, avvertendo conflitti dentro di sè, cerchi qualcuno con cui condividere l'esigenza di uscire dallo stallo per intraprendere nuove esperienze di crescita personale.
Quando una persona parla di se stessa, generalmente dà una descrizione ben precisa; magari afferma che è sempre stata così e che non cambierà mai poiché il carattere è quello e non si modifica.
Così si finisce per autolimitarsi, escludendo la possibilità di esprimere aspetti diversi dall’idea che ciascuno ha di se stesso. Ed, invece, la nostra energia psichica trae origine proprio dalla presenza dei contrari, dalla presenza di un aspetto e della sua sintesi.
Lo scopo del corso sta proprio nell’allontanamento dell’idea che avere una caratteristica preveda l’esclusione del suo opposto, proponendosi di lavorare sulla risoluzione dei conflitti interiori e sull’integrazione degli opposti , generando, così, l’ armonia.
La crescita avviene sempre attraverso un bisogno di contrasto e dialettica. La mancanza di interazione può portare alla stasi e alla chiusura mentale.
La soluzione consiste nel rimanere consapevoli di entrambi i poli, senza sentirsi esclusivamente uno dei due, in modo da poter trovare un equilibrio.
La data del corso è fissata per Domenica 27 Marzo 2011.
Alda Merini e Giovanni Nuti rispondono riguardo l'esclusione al Festival Nel mio ultimo libro - Il Cantico dei Vangeli - ho dato grande risalto alla figura di Pilato. Anche Lei, Baudo, ha fatto così. Se ne è lavato le mani. Le assicuro che è meglio un ladro conclamato che un assenteista del pensiero. E visto che l'ho sentita ragionare con Margherita Hack, di "pupilli", raccomandazioni e amicizie tra giovani e anziani, Alda Merini preferisce fin d'ora chiarire che non ha mai mirato a "raccomandare" il compositore Nuti e neppure a farne il suo amante, ma un suo pupillo sì, come dovrebbe essere tra "grandi". Le significo che l'accoppiamento Nuti-Merini è solo artistico. Se tutte le ispirazioni venissero da un coito,pensi quanti stupratori andrebbero a Sanremo".
... i personaggi di un libro che sto leggendo si chiedevano: " Per stare insieme senza stare insieme bisogna essere ..."
"Poeti" rispondeva una; "pazienti" l'altra.
pazienti ... mi sono venuti in mente i pazienti di una cura, una cura con le parole e gli affetti, una cura che propone di ricercare le "parole per dirlo", di scovare un linguaggio semplice per far passare l'affetto e per stare insieme anche senza stare insieme.
E allora forse, in questo senso, tra poeti e pazienti non c'è poi così tanta differenza ...
Erika
E' il giorno zero, è il giorno delle mie membra, dei muscoli, dei tendini, del cuore, delle vene, delle arterie.
E' il giorno dopo tutti gli altri giorni, il giorno più importante, il giorno in cui senti la terra sotto i piedi, il torso sopra il bacino, la testa sul collo e tutto pesa quant'è vero, non aria nè cemento.
E' il giorno dopo l'angoscia, è il giorno dopo la presenza agli altri e a me stesso.
In questo giorno vedo il percorso, sono pronto a correre, nuotare e fremo un pò ... In questo giorno si ricerca e si parte senza niente. E' un giorno dove la pelle sente e per ascoltare basta quella. La pelle parla a tutto, mi ricopre: dice al dito come al ginocchio se è emozionata.
Ho viaggiato per giorni per svegliarmi oggi, tutti i giorni prima di oggi. E anche oggi viaggerò per domani.
Lorenzo
In questo periodo della mia vita mi sono messo a fare diverse cose, una è quella di leggere libri. Ho scoperto che è piacevole e mi incuriosisce sapere cosa c'è nella pagina successiva. Tutto questo l'associo molto al mio modo di fare analisi, alla voglia di scoprire e di scoprirmi, al desiderio di esserci, di parlare di me e dei miei sogni anche se, spesso, è una fatica enorme perchè, a volte, mi batte forte il cuore, a volte sudo, a volte sto male, a volte sto bene, a volte piango, ma, nonostante tutto, voglio sapere cosa c'è nella pagina successiva e oggi sono certo che in qualsiasi modo ci sto mi porto via tanta roba.
Piero
Tra affanni, dolori, un senso, una vita, qualche rifiuto, carezze, lacrime, sorrisi, rieccoci a mercoledì. Il mercoledì, un tempo non molto lontano, era un giorno come un altro, anzi era quello che sta nel mezzo, sempre, come il prezzemolo.
Non ti avevo mai visto, nè incontrato, ma ti ho riconosciuta subito.
Non sapevo il tuo nome e non mi importava.
Ti ho riconosciuta come ci fossi sempre stata, così come sei. Avevo 39 anni. Una vita. Una famiglia.
Un lavoro.
Non mi mancava niente.
Avevo tutto.
Una donna sfinita, mortificata, rinchiusa in un sarcofago di vetro trasparente,
tanto stretto da impedire il movimento, con un collare di cemento al collo che costringe la testa alta e immobile.
Da qui sono partita.
E ti ho scelta, nonostante me.
E mi hai scelta, nonostante me.
Da te mi sono sentita amata in tutto e per tutto, nonostante me.
Ho visto, ho realizzato, pianto, odiato, scritto, soffero , riso, abbracciato,sentito, gustato, conosciuto, dipinto, ho sentito, ho amato.
Il tuo amore ha rivoluzionato la mia vita.
Sei diventata parte di me, e ogni giorno sento la tua presenza e il tuo amore.
Oggi, il mercoledì è il giorno che ho scelto per me.