L'assertività

L’Analisi Transazionale trattata nella lezione del 13 luglio scorso è l’estrema sintesi di studi più complessi e dettagliati, affrontati da diversi autori nel corso degli anni.
A questo proposito ho pensato di citare , come approfondimento, un intero capitolo, tratto dal libro di Roberto Anchisi e Mia Gambetto Dessy, Non solo comunicare. Teoria e pratica del comportamento assertivo,Cortina, di cui consiglio la lettura per esteso a tutti quelli che fossero interessati .

L’assertività è la caratteristica di chi realizza se stesso, manifestando le proprie doti e le proprie esigenze nel contesto sociale.
“Assertività” deriva dal latino “asserire” e dall’italiano “asserire”. Il verbo fu già utilizzato dal Guicciardini (1540) con il significato di affermare, sostenere con vigore. L’aggettivo compare per la prima volta nell’Instrumento della Filosofia Naturale del Piccolomini (1576); si trova anche in Giordano Bruno (1584-85) e in Galilei (1962).
In psicologia il termine viene ripreso dall’inglese “assertiveness” e tradotto con varie espressioni come “efficacia personale”, “efficienza”, “affermatività”. Noi abbiamo preferito il termine “assertività”, che lo Zingarelli (1986) definisce come la qualità di chi è in grado di far valere le proprie opinioni e i propri diritti pur rispettando quelli degli altri.
Altre espressioni che si riferiscono all’assertività sono “abilità sociale” e “competenza sociale”.
Visivamente, l’assertività corrisponde al punto di mezzo di un segmento ideale ai cui estremi si pongono la passività e l’aggressività.

Il massimo: non raggiungere la coscienza di se stessi attraverso la collera e l’aggressività, e nemmeno umiliandosi ecc., ma con calma; lo scopo: coscienza di se stesso nella calma.

Il concetto di assertività

L’assertività è una struttura concettuale di natura funzionalistica, finalizzata alla razionalizzazione della condotta con se stessi e verso gli altri. Ricerca le norme più semplici e più efficaci in vista di obiettivi caratterizzati dalla massima con divisibilità e accettabilità, come se fossero il massimo comune denominatore di tutte le persone.
E’ una forma etica, il cui dominio dei valori è rappresentato dall’interpersonalità e non dal trascendente o dall’ideale: l’essenza dell’assertività ricorda piuttosto la trascendentalità kantiana. segue>>

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