2010




... i personaggi di un libro che sto leggendo si chiedevano: " Per stare insieme senza stare insieme bisogna essere ..."

"Poeti" rispondeva una; "pazienti" l'altra.

pazienti ... mi sono venuti in mente i pazienti di una cura, una cura con le parole e gli affetti, una cura che propone di ricercare le "parole per dirlo", di scovare un linguaggio semplice per far passare l'affetto e per stare insieme anche senza stare insieme.

E allora forse, in questo senso, tra poeti e pazienti non c'è poi così tanta differenza ...

Erika



E' il giorno zero, è il giorno delle mie membra, dei muscoli, dei tendini, del cuore, delle vene, delle arterie.

E' il giorno dopo tutti gli altri giorni, il giorno più importante, il giorno in cui senti la terra sotto i piedi, il torso sopra il bacino, la testa sul collo e tutto pesa quant'è vero, non aria nè cemento.

E' il giorno dopo l'angoscia, è il giorno dopo la presenza agli altri e a me stesso.

In questo giorno vedo il percorso, sono pronto a correre, nuotare e fremo un pò ... In questo giorno si ricerca e si parte senza niente. E' un giorno dove la pelle sente e per ascoltare basta quella. La pelle parla a tutto, mi ricopre: dice al dito come al ginocchio se è emozionata.

Ho viaggiato per giorni per svegliarmi oggi, tutti i giorni prima di oggi. E anche oggi viaggerò per domani.

Lorenzo

In questo periodo della mia vita mi sono messo a fare diverse cose, una è quella di leggere libri. Ho scoperto che è piacevole e mi incuriosisce sapere cosa c'è nella pagina successiva. Tutto questo l'associo molto al mio modo di fare analisi, alla voglia di scoprire e di scoprirmi, al desiderio di esserci, di parlare di me e dei miei sogni anche se, spesso, è una fatica enorme perchè, a volte, mi batte forte il cuore, a volte sudo, a volte sto male, a volte sto bene, a volte piango, ma, nonostante tutto, voglio sapere cosa c'è nella pagina successiva e oggi sono certo che in qualsiasi modo ci sto mi porto via tanta roba.


Piero


Tra affanni, dolori, un senso, una vita, qualche rifiuto, carezze, lacrime, sorrisi, rieccoci a mercoledì. Il mercoledì, un tempo non molto lontano, era un giorno come un altro, anzi era quello che sta nel mezzo, sempre, come il prezzemolo.

Non ti avevo mai visto, nè incontrato, ma ti ho riconosciuta subito.

Non sapevo il tuo nome e non mi importava.

Ti ho riconosciuta come ci fossi sempre stata, così come sei.
Avevo 39 anni. Una vita. Una famiglia.

Un lavoro.

Non mi mancava niente.

Avevo tutto.

Una donna sfinita, mortificata, rinchiusa in un sarcofago di vetro trasparente,

tanto stretto da impedire il movimento, con un collare di cemento al collo che costringe la testa alta e immobile.

Da qui sono partita.

E ti ho scelta, nonostante me.

E mi hai scelta, nonostante me.

Da te mi sono sentita amata in tutto e per tutto, nonostante me.

Ho visto, ho realizzato, pianto, odiato, scritto, soffero , riso, abbracciato,sentito, gustato, conosciuto, dipinto, ho sentito, ho amato.

Il tuo amore ha rivoluzionato la mia vita.

Sei diventata parte di me, e ogni giorno sento la tua presenza e il tuo amore.

Oggi, il mercoledì è il giorno che ho scelto per me.

E' il giorno che ti vengo a incontrare.

E' un giorno prezioso.

Roberta