Siamo proprio sicuri che la lunga attesa di Penelope che, con pazienza e castità simulò per vent'anni un movimento ovvero la costruzione di una realtà (di facciata?) che sistematicamente, di notte, distruggeva sia il simbolo della fedeltà e non piuttosto del sacrificio e della rinuncia alla propria realizzazione? Perchè, se davvero Penelope fosse il simbolo della fedeltà, avrebbe riconosciuto Ulisse nonostante fosse diventato vecchio e lo avrebbe accolto con amore. Ma Penelope non lo riconobbe (o fece finta di non riconoscerlo?) "vendicandosi", così, di vent'anni di assenza dello sposo.
Se aspettare qualcuno che, nel frattempo, vive, significa invidiarlo a tal punto da farlo sparire, non sarebbe meglio ispirarsi a Penelope Cruz? E questo non per mania di protagonismo e neppure per competizione tra i sessi, bensì per realizzazione di sè e vitalità come uniche istanze costitutive dell'amore.