E poi c'è la vita che, con le sue pretese, richiama alla realtà.Non concede smarrimenti, pause nè esitazioni.
Chiede a gran voce presenza.
Tutto il resto non è.
Siamo proprio sicuri che la lunga attesa di Penelope che, con pazienza e castità simulò per vent'anni un movimento ovvero la costruzione di una realtà (di facciata?) che sistematicamente, di notte, distruggeva sia il simbolo della fedeltà e non piuttosto del sacrificio e della rinuncia alla propria realizzazione? Perchè, se davvero Penelope fosse il simbolo della fedeltà, avrebbe riconosciuto Ulisse nonostante fosse diventato vecchio e lo avrebbe accolto con amore. Ma Penelope non lo riconobbe (o fece finta di non riconoscerlo?) "vendicandosi", così, di vent'anni di assenza dello sposo.Dott.ssa Francesca Mancini
Psicologa
Psicoterapeuta
Ordine degli Psicologi della Toscana
Studio di Psicoterapia
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