Poesia di Natale (in anticipo)
Santo Santo Natale
Che sbocci o muori
Ogni giorno
Santo Natale
Che porti gli uni
Verso gli altri
Io ti spero ogni mattina
E ti costruisco
Nel benessere dell'anima mia
E ti difendo
Nel caos della distruzione
E ti nascondo
Nel momento dei tempi peggiori
Grazie a voi tutti
Che mi avete cercato
Il giorno del vostro Natale
Possa il mio amore
Raggiungervi ovunque
E benedirvi
E ricoprirvi di luce e ombra
Sorelle
Possa l'anima mia
Rivedere i confini
delle vostre
E cercarvi il nesso
Di nuovo
Possa io restituirvi
l'infinito dono ricevuto
Il giorno del nostro
Comune Natale
Il senso felice e compiuto
Di gioia
(Lorenzo Mazzoni)
Seminario "l'abito fa il monaco?"
Il seminario si terrà Domenica 28 Settembre 2014 presso il mio studio in Viale Palestro,19 Empoli-FI-
Ore 9,00 inizio dei lavori
Ore 16,00 chiusura lavori
l'orario di conclusione del seminario potrà subire delle variazioni in base all'andamento della giornata.
Chi fosse interessato può contattarmi al numero di cell. Riportato sul sito
L'ironia nasce quando passa la paura
MONOLOGO ALLO SPECCHIO
R: Sono così emozionata ... domani, finalmente, mi sistemo!
F: Si, per le feste!
R: Ma perchè sei così antipatica ... mamma mia! triste proprio
F: I matrimoni sono tutti associazioni a delinquere o, ben che vada, società di mutuo soccorso del tipo: quando sta male Lei Lui gode e magnanimamente la aiuta; quando sta male Lui Lei gode e altrettanto magnanimamente lo aiuta. Insomma, come lo vuoi chiamare? un orgasmo in differita! Ecco. E non dirmi che non ti è mai capitato?
R: Certo che mi è capitato ...
F: Ah ecco!
R: ... ma mi è capitato anche di godere nello stare vicino alla persona che amo in un momento difficile senza godere minimamente della sua sofferenza, anzi di sentirmi strappare il cuore e le viscere di me stessa e di sentire che drammaticamente la sua felicità era anche la mia.
F: Immagino che sarebbe del tutto inutile mettermi qui a parlare di roba come il senso di potere più o meno inconscio che in tali momenti si può sperimentare nei confronti del partner, nonchè della gratificazione narcisistica di sentirsi indispensabili e addirittura salvifici rispetto a tale condizione dolorosa e bla, bla, bla ... per cui dimmi una cosa. Focalizza un giorno in cui Mario è tornato a casa e ti ha detto "Sono felice!" e tu, magari, eri stata tutto il santo giorno ad aspettarlo e, magari, anche a telefonargli e lui non si era fatto vivo. Non una telefonata, neppure un minuscolo SMS di quelli che ci metti meno di dieci secondi ad inviarlo mentre stai facendo altre tre cose. Lui era felice, sì. Ma la sua felicità, ahimè, non aveva niente a che vedere con te, non ti contemplava. Adesso, fai un lungo respiro e poi dimmi SINCERAMENTE che cosa hai provato, che gli hai detto, che hai fetto ... te lo dico io,cara, che hai fatto. Gli sei saltata al collo come un vampiro assetato di sangue e l'hai risucchiato tutto fino a dissanguarlo, fino a togliergli ogni forma di vitalità, in poche parole: glielo hai ammosciato, se non addirittura staccato a morsi. E tutto questo con un impercettibile gelido "Ah!". E ora, se hai il coraggio, dimmi che non è vero.
R: Non è vero. Vabbè, se proprio mi ci fai pensare, ma proprio pensare, pensare, pensare ... come voler guardare il famoso pelo nell'uovo ... bè, si, un giorno mi ha detto di essere molto felice ... avevamo passato la notte insieme, eravamo stati così bene, ma così bene che la mattina lo sai che mi ha detto? "Oggi sono proprio felice! Oggi! Ma ti rendi conto? E perchè era felice? Ero stata io a renderlo felice o era felice di suo? Magari quella mattina il barista particolarmente in forma gli aveva fatto un cappuccino da sballo! Poteva dipendere davvero da me la sua felicità? E se poi fosse dipesa davvero da me, valeva solo per quel giorno, per quella mattina, nient'altro? Ma per un momento mi ha fatto sentire importante.
F: E' tutto quello che ci può essere. La risposta sta in quel "per un momento" e l'assurdo sta nel voler rendere quel momento eterno.Non durerà, è una legge di natura.Quindi godiamo di quel momento e facciamola finita.
Sai qual è la verità? La verità è che il matrimonio con l'amore non c'entra niente. L'amore è sinonimo di libertà e allora mi devi dire come fai ad infilare la libertà nel "sacro vincolo" e raccontarmi che abbia spazio sufficiente per respirare!
R: (Respiro profondo)Io respiro benissimo! E domani respirerò ancora meglio ... respirerò anche per te, carissima! Come puoi dire che il matrimonio non è amore, è così da che abbiamo memoria, almeno io e te. Guardati intorno, il valore più grande è quello della famiglia... i tuoi, i miei genitori si sono amati per decenni ...
F: Ma ti sei bevuta il cervello! Apparte il fatto che la famiglia non c'entra con l'amore di cui stiamo parlando e che dovremmo discutere sul fatto che l'amore sia un valore, ma ti sei guardata intorno? Le stragi familiari ... le violenze domestiche ... le statistiche delle donne uccise tutti giorni dai propri compagni ... bollettini di guerra ...
R: tu guardi troppa televisione! Mi intristisci così, uffa'!
F:E tu invece credi ancora alle favole.Chi ti piace di più Cenerentola, La Bella Addormentata o ti sei buttata sulle nuove leve come Rapunzel?
R: Dai, smettila, basta con questo cinismo!
F: Senti, facciamo un bel discorso. Sai chi l'ha inventato il matrimonio? Te lo dico io chi l'ha inventato ... l'ha inventato la Chiesa in accordo con gli alienisti,i moderni psichiatri, se non lo sapessi.E lo sai perchè? Per il controllo delle masse,ergo, potere.Si torna sempre là.Non c'è nulla di romantico in questo.
R: Ma che ti sei mangiata un'enciclopedia! Non capisco perchè devi essere così distruttiva, invece di essere contenta per me.Sarà il giorno più importante della mia vita, lo sogno da quando ero piccola: (Da-dan) il vestito bianco, i fiori, mio padre che mi prende a braccetto per portarmi all'altare, da lui che mi aspetta emozionatissimo ed io, bellissima, che gli vado incontro ...
F: Si, ecco, brava, dalla padella nella brace!
R: Di cosa mi rimproveri? E' così sbagliato credere ancora nelle favole? Lo trovi così ingiusto? Credi che io non meriti, che tutte le donne non meritino di passare la vita accanto ad un uomo che le ami e le rispetti e guarda, ascoltami bene, tutto questo esiste davvero! Non capita sempre ma ora tocca a me.
F: Guarda che io penso che ti meriti molto di più. E' proprio questo il punto: noi donne, tutte quante, ci meritiamo molto di più: l'amore per noi stesse.
R: Ma io mi sposo proprio perchè mi amo e amo lui così intensamente che solo in sua assenza non potrei respirare e non il contrario come dici tu!
F: Oh mamma! questo proprio non me lo dovevi dire! Comunque passiamo oltre, chè tanto qui è un vicolo cieco.Dunque, il matrimonio è un patto, un contratto: barattiamo la reciproca libertà e poi pretendiamo di scopare bene! Ma lo vedi quanto è assurdo? Partiamo da un desiderio castrato con il vincolo e pretendiamo di mantenere vivo quel desiderio per tutta la vita, per dirla bene"finchè morte non ci separi". Già fatto!La morte già incombe sulla promessa di eternità. E' un patto di congelamento, lo capisci! Il segreto è che ogni essere umano, ogni donna, ogni uomo devono bastare a se stessi, edificare la propria identità... come un albero, il simbolo della vita, le radici - radicamento a terra ...
R: Om,Om ...
F: ... il tronco che fa da collante con le fronde che toccano il cielo, la spiritualità. Insomma, quello che voglio dire è che tutte le donne del mondo tragicamente portano il burqa e non lo sanno. E poi ci stupiamo che siano proprio le donne afghane a non volerlo togliere!Senti quanti stereotipi ci offuscano la mente ... quello che hai appena detto ... me lo merito, bla,bla,bla ... ma perchè, L'amore secondo te si merita? Quindi se non ti capita non te lo meriti? La vedi la trappola? Ci manca altro che tu mi dica che un uomo bisogna saperselo tenere e poi siamo a posto! Mi viene subito l'immagine di un cane al guinzaglio! Comprendi la gravità della parola "tenere"? come se fosse un'arte, l'arte della seduzione appunto che poi non è altro che manipolazione infiocchettata!
"Avere un uomo accanto dà valore alle donne". E invece questa convinzione ci impedisce di scegliere liberamente, di recuperare la dignità che è la forza più grande.Prendiamo il testimone di quante in passato hanno tentato di progredire, di sciogliere i nodi karmici propri e dell'intera società e portiamo avanti un progetto di vita autonomo ed indipendente. Oh, che bel discorso che ho fatto! Ora posso continuare a depilarmi per la seratina con Mario. In fondo l'ironia nasce quando passa la paura!
Poesia
La poesia parla del cuore che non pensa e dimentica la mente che genera mostri, dominio e inimicizia
Guarire
Non sono un meccanismo, un insieme di parti diverse. E non è perché il meccanismo non funziona bene, che io sto male. Sto male per le ferite dell' anima, del profondo emotivo Sè e per le ferite dell'anima ci vuole molto, molto tempo, solo il tempo può aiutare e la pazienza, e un certo difficile pentimento lungo, difficile pentimento, la comprensione dell'errore della vita, e liberarsi dall'infinita ripetizione dell'errore che gran parte del genere umano ha scelto di santificare. D.H Lawrence
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Poesia
Seminario: Come dirlo
Non parlo perchè non voglio, ma saprei farlo.
Non parlo perchè non so come farlo.
Si dovrebbe poter dire ogni cosa ...
Diventa fondamentale trovare il modo ...
Luogo
Via Giuseppe del Papa, 88 - Empoli - FI
Data
Sabato 26 Novembre 2011 ore 16,00
Per ulteriori informazioni:
Cel. 347 4404681
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Seminario
Prima di tutto l'uomo
Non vivere su questa terra
come un estraneo
o come un turista nella natura.
Vivi in questo mondo
come nella casa di tuo padre:
credi al grano, alla terra, al mare
ma prima di tutto credi all'uomo.
Ama le nuvole, le macchine, i libri
ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza del ramo che secca
dell'astro che si spegne
dell'animale ferito che rantola
ma prima di tutto
senti il riso e il pianto dell'uomo.
Ti diano gioia tutti i beni della terra:
l'ombra e la luce ti diano gioia
le quattro stagioni ti diano gioia
ma soprattutto, a piene mani
ti dia gioia l'uomo!
Nazim Hikmet
ultima lettera al figlio
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Poesia
Seminario: La mia vita
Alcune considerazioni sulla vita come presupposto per una giornata di seminario in cui sperimentare la possibilità di ricercare un senso di continuità tra un prima e un dopo che, alcune volte, risultando inconciliabili, impediscono il naturale ed auspicabile fluire dell'esistenza.
DATA: Domunica 9 Ottobre 0re 9.00
LUOGO: Via G. del Papa, 88
Noi non siamo come l’albero che vive e non si sente, a cui la terra, il sole, l’aria, la pioggia, il vento, non sembra che sieno cose ch’ esso non sia: cose amiche o nocive. A noi uomini, invece, nascendo,è toccato un tristo privilegio: quello di sentirci vivere, con la bella illusione che ne risulta: di prendere cioè come una realtà fuori di noi questo nostro interno sentimento della vita, mutabile e vario, secondo i tempi, i casi e la fortuna.
L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal
La vita dà senso a tutto, e si potrebbe dire che non l’uomo è la misura di tutte le cose, ma la vita dell’uomo, e dunque il divenire e non l’essere inteso come fissità. Definire la vita diventa tema inutile e forse impossibile: quale vita?in che contesto? Mentre parlare della mia vita è possibile perché sono un esistente che vive: e naturalmente questo risulta a chi è fuori di me, ma soprattutto a me che agisco.
Comprendere è inseparabile dall’esistenza umana, al punto che esistere significa, alla lettera, conoscere. Piuttosto che essere una rappresentazione più o meno valida di una realtà “data”, conoscere corrisponde invece al processo ontologico di costruire un mondo in grado di rendere consistente l’esperienza in corso di colui che vive. Conoscersi significa essenzialmente essere in grado di gestire l’effetto che fa essere se stessi di fronte alla crescente chiarezza con cui è percepita l’irreversibilità della propria vita; questo comporta sentire emozioni complesse che sono ingredienti essenziali dell’esperienza umana.
“ Che cos’è la verità?” è una domanda fondamentale. Ma che cos’è in confronto dell’altra: “Come sopportare la vita?” E questa impallidisce vicino a quest’altra ancora: “Come sopportarsi?” Ecco la domanda capitale alla quale nessuno è in grado di dare risposta”
Choran
Vedi cara, è difficile a spiegare,
è difficile parlare dei fantasmi di una mente.
Vedi cara, tutto quel che posso dire
è che cambio un po' ogni giorno, è che sono differente.
Vedi cara, certe volte sono in cielo
come un aquilone al vento che poi a terra ricadrà.
Vedi cara, è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Vedi cara, certe crisi son soltanto
segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire.
Vedi cara certi giorni sono un anno,
certe frasi sono un niente che non serve più sentire.
Vedi cara le stagioni ed i sorrisi
son denari che van spesi con dovuta proprietà.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Non capisci quando cerco in una sera
un mistero d' atmosfera che è difficile afferrare,
quando rido senza muovere il mio viso,
quando piango senza un grido, quando invece vorrei urlare,
quando sogno dietro a frasi di canzoni,
dietro a libri e ad aquiloni, dietro a ciò che non sarà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Non rimpiango tutto quello che mi hai dato
che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora,
anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perchè
questo tempo dura ancora.
Non cercare in un viso la ragione,
in un nome la passione che lontano ora mi fa.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Tu sei molto, anche se non sei abbastanza,
e non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi,
tu sei tutto, ma quel tutto è ancora poco,
tu sei paga del tuo gioco ed hai già quello che vuoi.
Io cerco ancora e così non spaventarti
quando senti allontanarmi: fugge il sogno, io resto qua!
Sii contenta della parte che tu hai,
ti do quello che mi dai, chi ha la colpa non si sa.
Cerca dentro per capir quello che sento,
per sentir che ciò che cerco non è il nuovo o libertà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Guccini
Per ulteriori informazioni:
francescamancini@email.it
Cel. 347 4404681
L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal
La vita dà senso a tutto, e si potrebbe dire che non l’uomo è la misura di tutte le cose, ma la vita dell’uomo, e dunque il divenire e non l’essere inteso come fissità. Definire la vita diventa tema inutile e forse impossibile: quale vita?in che contesto? Mentre parlare della mia vita è possibile perché sono un esistente che vive: e naturalmente questo risulta a chi è fuori di me, ma soprattutto a me che agisco.
Comprendere è inseparabile dall’esistenza umana, al punto che esistere significa, alla lettera, conoscere. Piuttosto che essere una rappresentazione più o meno valida di una realtà “data”, conoscere corrisponde invece al processo ontologico di costruire un mondo in grado di rendere consistente l’esperienza in corso di colui che vive. Conoscersi significa essenzialmente essere in grado di gestire l’effetto che fa essere se stessi di fronte alla crescente chiarezza con cui è percepita l’irreversibilità della propria vita; questo comporta sentire emozioni complesse che sono ingredienti essenziali dell’esperienza umana.
“ Che cos’è la verità?” è una domanda fondamentale. Ma che cos’è in confronto dell’altra: “Come sopportare la vita?” E questa impallidisce vicino a quest’altra ancora: “Come sopportarsi?” Ecco la domanda capitale alla quale nessuno è in grado di dare risposta”
Choran
Vedi cara, è difficile a spiegare,
è difficile parlare dei fantasmi di una mente.
Vedi cara, tutto quel che posso dire
è che cambio un po' ogni giorno, è che sono differente.
Vedi cara, certe volte sono in cielo
come un aquilone al vento che poi a terra ricadrà.
Vedi cara, è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Vedi cara, certe crisi son soltanto
segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire.
Vedi cara certi giorni sono un anno,
certe frasi sono un niente che non serve più sentire.
Vedi cara le stagioni ed i sorrisi
son denari che van spesi con dovuta proprietà.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Non capisci quando cerco in una sera
un mistero d' atmosfera che è difficile afferrare,
quando rido senza muovere il mio viso,
quando piango senza un grido, quando invece vorrei urlare,
quando sogno dietro a frasi di canzoni,
dietro a libri e ad aquiloni, dietro a ciò che non sarà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Non rimpiango tutto quello che mi hai dato
che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora,
anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perchè
questo tempo dura ancora.
Non cercare in un viso la ragione,
in un nome la passione che lontano ora mi fa.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Tu sei molto, anche se non sei abbastanza,
e non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi,
tu sei tutto, ma quel tutto è ancora poco,
tu sei paga del tuo gioco ed hai già quello che vuoi.
Io cerco ancora e così non spaventarti
quando senti allontanarmi: fugge il sogno, io resto qua!
Sii contenta della parte che tu hai,
ti do quello che mi dai, chi ha la colpa non si sa.
Cerca dentro per capir quello che sento,
per sentir che ciò che cerco non è il nuovo o libertà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Guccini
Per ulteriori informazioni:
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Cadere dalla realtà nell'immaginazione

Da Edward Bond, A blast to our smug theatre, in "The Guardian", 28/I/1995
[...] I poveri che giacciono nelle strade delle nostre città mi ricordano i morti per le strade del Ghetto di Varsavia. Le immagini sono presagi e dobbiamo imparare a interpretarle. Se non lo facciamo, entriamo nel mondo delle immagini: il vero mondo del fascismo, razzismo, nazionalismo e patriottismo. I "vampiri" diventano reali. Le strade diventano violente e il governo diventa una "fredda guerra civile".
Le nostre nascite e morti sono assurde. Ma le nostre vite non devono esserlo. Trovare un senso nella vita è ciò che ci rende umani. Spesso il teatro mescola immagini delle cose che dobbiamo accettare: la nostra mortalità e la nostra debolezza, con immagini di ciò che dobbiamo cambiare: la nostra vita sociale quotidiana. E' proprio allora che scopriamo il nostro bisogno di giustizia e non solo di cibo e vestiti: è il bisogno di dare un senso alla nostra vita. E questo senso è collegato alla nostra vita, senza di esso non saremmo umani. E' un bisogno che l'economia da sola non può soddisfare. Quando alla fine arriva la catastrofe, tutto succede in modo rapido e totale. Dopo lo smarrimento ci chiediamo come l'umanità possa essere stata inumana. Questo succede perchè si cade dalla realtà nell'immaginazione.
SARAH KANE 4.48 PSYCHOSIS

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