Una parola d'amore anche per me

Per 20 anni ho taciuto.
Non avevo voce, i miei pensieri si fermavano in gola, i sogni albergavano la notte. Lo stomaco cominciò a parlare il suo linguaggio acido, parole dolenti,brucianti...tutto quel fuoco dentro e il pallore sul viso, lo sguardo spento senza occhi senza curiosità..sparivo lentamente morivo mi dissolvevo..poco cibo poca acqua poco sonno.Un giorno che piansi fino a svenire qualcuno disse sei migliore di quello che sembri.una parola d'amore, fu un dono inaspettato.Il sogno oltrepassò l'alba, corsi una notte al mare, e lì mi incontrai...
lalla

Per un'ora d'amore

La vita è un'amante molto esigente, chiede tutto di voi e in cambio regala un'ora d'amore ogni tanto.

Le ali della libertà

C'era un clima di festa,quel giorno,
che la rappresentava, come se stesse confezionando
i nostri vestiti più belli.
I bambini scorrazzavano consapevoli e felici,
con la volontà e la capacità di starci fino alla fine...
in quella circostanza ho volato come lei
mi ha consentito di fare tante volte.
E' con pacata tenerezza che il mio affetto si rivolge a lei
che quelle ali me le ha consegnate tanto tempo fa.

La conoscenza


Nessun essere umano può crescere ed espandersi senza la relazione.L'esistenza dell'uomo si ramifica rigogliosamente nelle più svariate direzioni e nessuno può mai trovare una pienezza di vita in un'esistenza limitata al proprio guscio... abbiamo percezione di noi stessi proprio nello scambio dialettico, nel confronto con l'altro.

perchè amare è fermarsi, guardare e ascoltare


I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della fame che in se stessa ha la vita.
Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi,
e non vi appartengono benchè viviate insieme.
Potete amarli, ma non costringerli ai vostri pensieri,
poi che essi hanno i loro pensieri.[...]
Cercherete di imitarli, ma non potrete farli simili a voi,
poi che la vita procede e non s'attarda su ieri.
Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccati lontano.

(Gibran, Il Profeta, 1923,33)

Neanche se campassi mille anni

"Non sai che regalo mi hai fatto quando mi hai raccontato questo strano incubo. Neanche se campassi mille anni potrei ripagarti per come mi sentii orgoglioso quel pomeriggio a sapere che la mia voce poteva darti coraggio".

La linea dell'orizzonte

Quando, a seguito di un'intuizione, neghiamo l'importanza dell'apparente stallo che l'ha preceduta, sprofondiamo nella depressione.
Così, non ci predisponiamo ad accogliere il nuovo orizzonte, che è anche figlio della frustrazione, del dolore e dell'ignoranza ma, con uno sguardo severo al passato, ci preoccupiamo solo del tempo perduto e di quanto non avevamo capito. E' in quell'attimo che perdiamo tutto, di nuovo.
E' solo la continuità che, attraverso il riconoscimento della strada percorsa, ci mantiene vitali.

M.

Anch'io sono uscita nauseata la sera prima dal senso di vuoto e dall'inganno. Caffe' filosofico lo hanno chiamato quando di caffé nemmeno l'odore e di filosofico niente di quello che la filosofia era ed è nella sua essenza: domanda universale per la vita di ciascuno. Cosi' come la poesia che presta la voce del singolo per esprimere quella di molti: per questo ci com_muoviamo leggendo un verso che parla di sentimenti e di emozioni perché sentiamo che quelle parole sono anche per noi. E non è lo stesso se parliamo di giustizia, di libertà, di etica? Possiamo parlarne come beni universali sapendo e sperimentando come la loro negazione passa attraverso di noi e ci ferisce l'anima? Non le discipline separano ma la supponenza e la menzogna che seppelliscono la parte creativa, vitale che le anima tutte. Il desiderio vive in loro, desiderio di conoscere, di sentire, di esprimersi............
Desiderare e resistere...proviamoci.

Ingessati nel pensiero stupido

Anche questa volta quello che ho visto e sentito non mi è piaciuto. Volevano parlare di anime, di corpi e non so di che altro, avevano deciso di presentare la loro proposta con un titolo in cui i tre termini della questione erano separati da virgole; ma non avevo pensato che quelle virgole fossero il segno grafico di un pensiero scisso.
Forse il titolo era così: corpi, menti, anime e non doveva intendersi, come ho inteso io, e corpi e menti e anime ... ma corpi/menti/ anime.
La questione non è da poco, visto che mi sono ritrovata in un contesto inanidato e tronfio, tanto da essere ridicolo perchè stupido. Ho sorriso tanta era la stupidità nascosta dietro a roboanti citazioni. Meno male che la loro dichiarazione d'intenti era quella di discutere informalmente di filosofia! Forse, molto semplicemente, non è possibile togliere la forma alla filosofia perchè non ci resta niente.
Mero pensiero astratto, un esercizio di logica. Non c'è nulla di più materialistico!
Per questo soffro ad avvicinarmi a certi mondi e ogni volta confermo che non mi appartengono e che non ci posso e non voglio starci.
Pensiero logico formale: "Davanti a me vedo solo corpi. Dov'è l'anima?"
Dov'è l'anima non lo so ma sicuramente so, perchè lo sento, che questi corpi che ha davanti a lei non si limitano ad occupare uno spazio più o meno grande, non sono carne da macello, ma sono molto altro. Forse l'anima è corpo e se non lo vede, non dovrebbe trasformare la sua miopia in argomentazioni teoriche che generalizzano e appiattiscono tutto e tutti.
Ho anche sentito paragonare la felicità umana al meccanismo che regola il funzionamento di un sistema elettrico e l'effetto immediato è stato che le luci del desiderio di conoscenza e di condivisione che mi animavano si sono spente.
Allora hanno ragione loro? La felicità è una lampadina che si accende e l'infelicità è una lampadina che si spenge? Ma loro non intendevano dire questo. Citando Gadda, facevano, bensì, riferimento ad un sistema meccanicistico di funzionamento dell'essere umano che, disumanizzato,diventa uguale ad una macchina. La mente umana paragonata al computer. Pensavo che fosse un pensiero obsoleto, come direbbero loro, ed invece "patapam!" ci sono sbattuta contro, ancora una volta. La malattia e l'infelicità stanno nel materialismo, un macigno che non risparmia nessuno; chiunque incontri sulla sua via lo schiaccia e lo uccide perchè lo svuota di senso.
Ma non voglio entrare nell'ottica, o dovrei dire nella logica, della ragione e del torto. Non hanno nè ragione nè torto loro a vivere in questo modo, come non ho ragione o torto io che sento e dico queste cose. Mi fermo solo a constatare una diversità che, invece di essere fonte di creatività,mi allontana e la lontananza diventa incolmabile. Per cui mi alzo e me ne vado.

La strada per arrivare a te

sapevo che c'erano due strade per arrivare a te: una più breve e l'altra più lunga. Io decidevo di imboccare quella più lunga perchè dentro di me sentivo che sarebbe stata la più breve.
B.