La pazza di casa


Ma a volte può accadere in amore - nelle relazioni - che l’inadeguatezza non sia la nostra ...
“E’ banale” dice il filosofo … e nei brevi incontri non era male come uomo il filosofo.
Gentile, corretto, … colto.
L’incompatibilità della filosofia con la psicoanalisi cresceva insieme alla pancia.
Ragione, concetto,cultura da un lato, la contadina che dice le cose come stanno dall’altro …

Evidentemente c’è una differenza,
una incompatibilità.
Sarà nel linguaggio …
Io mi misi a dire parolacce
di fronte a cose impossibili.
“Ma che casino è questo …” ...
è un’esigenza interna di
linguaggio immediato …

(Per il testo integrale vedi Storia di una intervista in Bambino donna e trasformazione dell’uomo, M. Fagioli, 1996).

La condanna a non esser capiti, ad esser guardati con odio, ben che vada, con incredulità.
Sbigottimento, figlio dell’indifferenza che rende impossibile intuire un barlume di bellezza.
La condanna a stare fuori: fuori dalle istituzioni, dalle eredità, dai manierismi vuoti e formali … alla ricerca della soddisfazione del desiderio.
Una soddisfazione reale, però, non simulata, enfatizzata, mostrata tanta è la paura del nulla.
La condanna a capire prima, a vedere prima, a sapere prima;
la condanna a non poter condividere;
la condanna alla solitudine.
Ma non c’è scelta,
non si può tornare indietro,
anche perché ci aspetta una condanna - dai più condivisa -
che è la cecità,
l’ottusità,
la morte dei sensi,
la povertà di spirito,
la paura e
la normalità.
Mi convinco sempre di più che
la normalità sia una devianza della follia.

Ricordi di ricordi

( N.Alessandrini , 1935)

Auguri
Lilia,
tenui i colori.

Hai reso
l'infanzia
una fiaba.

Mi resta di te
la magia
del Natale,
il riso
appagato,
Pinocchio
Gian Burrasca
Sussi e Biribissi

letti per noi con buona cadenza
che ti divertiva

non chiedi mai niente
sommessa la tua tardiva protesta.




Quando penso a Empoli penso a mia madre - mio padre è venuto da fuori - e in primo luogo ad un ritratto di lei, vestita con un abito di lana celeste, eseguito dal professor Nello Alessandrini nrgli anni in cui, lei, nata ad Empoli nel 1921, frequentava la scuola di avviamento professionale L. da Vinci ...

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In prima battuta





Tutto nasce dal fraintendimento “ di confrontarci con chi di mestiere cerca di capire i nostri pensieri e comportamenti”.


Non hai capito nulla,ma va bene per cominciare.

“In passato ho avuto necessità di rivolgermi ad uno psichiatra, perché ero entrato in una profonda crisi, grazie a me stesso e al suo aiuto posso dire di avercela fatta”.


E’ troppo poco, non può bastare.

E poi chi è questo psichiatra?E’ rimasto uno psichiatra. Uno qualunque.

E’ troppo poco, continuo a dire.

E’ un tizio qualsiasi, non c’è affetto in quello che dici, non arriva nulla …

Cantava Julio Iglesias “Ti dirò, amo la luna e amo il sole, sono un pirata ed un signore, professionista dell’amore …”.

Spero solo non tu mi chieda spiegazioni.

Andiamo oltre:
“avercela fatta” a fare cosa?
Ah! Ho capito! Ce l’hai fatta ad uccidere lo psichiatra!L’hai fatto fuori e poi l’hai fatto sparire!

“Successivamente la mia vita è scorsa tranquilla, lavoro, famiglia, amicizie e passioni, tutto con
estrema regolarità”.



Mi devi spiegare com’è fatta la passione regolare perché non mi è chiaro!
Come è possibile che la passione sia regolare?

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Non aggiungiamo anni alla vita, ma vita agli anni

( Maddalena, Donatello 1453)



Quando è che qualcuno desidera di non sentire?
Quando sente troppo dolore. Quando il dolore che sente gli sembra talmente insopportabile da preferire la morte.
E’ di questi giorni la notizia di Welby che, vivendo attaccato ad un respiratore da non so quanti anni, ha chiesto in una lettera aperta al Presidente della Repubblica di poter morire.


L’eutanasia.


Non so se esistano buone morti, ma sicuramente esistono buone vite e quella di quell’uomo non so quanto possa dirsi tale.
Forse ha ragione lui.
Quanto a quelli che, dotati di braccia e gambe funzionanti, che possono consentire loro di muoversi e di fare, di occhi per curiosare, di bocca per dire e baciare, scelgono il testamento … credo che di buono in quelle morti ci sia ben poco.
Il ritorno dei morti viventi.
Dire, fare baciare, lettera o testamento. Ci giocavate mai da piccoli?
Certo è che se qualcuno desidera di non sentire, qualcosa ancora sente.

Non sei completamente morto ma non continuerei a scherzare con il fuoco perché ti potresti ustionare a tal punto da carbonizzare tutti i recettori sensoriali, compresi quelli del dolore, si intende.

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Donne di pietra

(Beatrice, marzo 2007)




Il rischio è quello di fare di una posizione una galera.

Le facce della luna

"...e se vuoi sapere chi ti ama davvero,
ma proprio davvero,
guardati intorno e
cerca uno che spenga
la luce del suo giardino
ogni sera
affinchè tu possa vedere
le stelle
più lontane che puoi..."

Dietro il velo




...BUIO ...

"E' come se fossi stata in coma per anni ..."


... LUCE ...

In fondo, era quello che volevamo ...
trovare il modo, l'occasione, il luogo, per squarciare il silenzio,
per esprimere la di ognuno realtà psichica,
per sentirsi giustamente vicini ...
E' come se tutto, da sempre, fosse stato di fronte ai nostri occhi ma solo ora, forse per pochi attimi, ne cogliessimo il senso.

Anche il sogno è ricordo.

Sospiri... sussurri



BUONGIORNO, NOTTE

Il faro 1998

Ieri ho incontrato Bellocchio.
Buia la sala, sospeso il respiro ...
Silenzio profondo: entra l'Artista, gli applausi scrosciano, la platea, non gremita, ospita perlopiù spettatori che hanno appena assistito alla proiezione del film "Buongiorno,notte".
Lui è lì tra i riflettori e i giornalisti ... in piedi, si sofferma vicino agli spettatori che si sono seduti a metà platea evitando accuratamente, come sempre, le sedie della prima fila.
La sua disponibilità ad un rapporto più intimo viene immediatamente inserita in un assetto organizzativo che aveva previsto per lui di sedersi nella poltroncina centrale situata in mezzo ad altre due, destinate agli intervistatori sul palco illuminato da un faretto ... in uno spazio ... distante ... olontano ...
L'intervista comincia, si sollecitano gli interventi ... lui coglie nella pausa l'esitazione di molti e dice subito rassicurante/provocatore: "Gli spettatori non sono obbligati a rivolgere domande ... E' valsa la pena di venire da Roma anche solo per guardarsi in faccia".
Questa frase è un omaggio agli spettatori ...non fa il divo ... semplicemente risponde alle domande, che poi vengono, con calma, senza enfasi ...
Si avverte subito lo spessore dell'Artista, lo si coglie nel senso delle risposte, nella voce pacata, nei gesti, nel suo modo di essere c'è il rispetto delle opinioni di tutti che, per quanto diverse, non scalfiscono per niente il valore delle scelte artistiche operate ... niente fanatismo ideologico nè presunzione benchè il film proponga una lettura del caso Moro assai originale e tanto imprevedibile nel finale da collocarsi nell'ambito della immaginazione piuttosto che in quello della storia; del resto Bellocchio ripete più volte che non si tratta di un film storico: l'evento passato è pretesto per parlare della realtà di oggi.
Rivendica la libertà dell'artista per estendere la riflessione sulla libertà intesa in senso lato.
La passeggiata finale di Aldo Moro sotto la pioggia con quel sorriso appena accennato rappresenta/potrebbe rappresentare la coscienza dell'artista che cade nell'inconscio perdendosi nella fantasia.
La fantasia è la distruzione dell'idifferenza che serve a raccontare alle donne e agli uomini di una speranza e di una felicità possibili ...
Ecco allora la DONNA ossia la smentita del pensiero comune dell'impossibilità di resistere e di fare e di pensare anche quando si è sottoposti a continui annullamenti, negazioni, sadismi ...
Nel film un'unica possibilità/intuizione/sogno/immagine interiore è data alla terrorista carceriera di Aldo Moro, Maya Sansa, la dolce attrice italiana con sangue iraniano nelle vene.
Lo stesso titolo del film "Buongiorno, notte" è una variante di un verso "Buona notte, mezzanotte", di una poetessa, dice lui, poco nota, Emily Dickinson.
Ascolto e ricordo ...
... Marco Bellocchio esordì come regista del film "Ipugni in tasca"; di quel Marco ricordo la rivolta personale contro il perbenismo di una provincia italiana bigotta e repressa, il dramma della coscienza che non sa aspettare, non sa tacere, deve dire subito qualcosa, con reazioni di rabbia e di odio, gli affetti che costituivano essenzialmente la sua immagine pubblica e la sua identità privata prima di conoscere Massimo Fagioli "prima e dopo Fagioli, come prima e dopo Cristo", scrive lui stesso nelle pagine introduttive alla sceneggiatura del film "La condanna", dove l'indimenticabile contadina realizza il sogno di ogni vitalità ...
L'intervista volge ormai al termine,un ultimo applauso, poi gli spettatori escono e nella sala, ormai semivuota, lui resta a disposizione dei pochi rimasti ... mi avvicino e chiedo se posso fare una domanda ... lui si volta, mi guarda quel tanto che basta a sapere di me, indugia in un sorriso e risponde: " sì, fai tutte le domande che vuoi" e subito racconta di Massimo, degli incontri romani di analisi collettiva ... poi la libreria "Amore e Psiche" e poi dettagli sempre più precisi ... sorride di nuovo mentre aggiunge "Ciao, Buona fortuna!"
Il calore si sente, gli affetti scorrono fluttuanti eppure c'è chi dice: "E' stato freddo" oppure " E' timido".
Allora è proprio vero, a volte, "gli altri siamo noi".

"IO SO DI TE …" 14 Marzo 2007


Io so che dentro di te,
il nulla non troverà spazio,
perché dove c’è un dubbio c’è una ricerca,
e laddove appare la prima certezza nasce la speranza.
E so bene che, lascerai trascorrere su di te serenamente,
le mille ed una ora del tuo ambiguo tempo.
E saprai vivere… Vivere intensamente ogni attimo della tua esistenza,
per riscoprirti ogni giorno sorpresa e felice nel riconoscere la tua strada …
E non sarà mai il passo degli altri a marcare il ritmo del tuo cuore,
ma il passo con cui la terra stessa cambia le sue stagioni.
E quando sarai triste, prendi un pugno di terra in mano,
per ascoltarla, sentirla, per scoprire
tutti i colori che porti dentro di TE …