Quale confine?

l’illegale sta, a volte, alla base di ciò che appare legale.

Segreti e bugie

Quella voce scura dentro me
E' una porta chiusa dentro me.
Quella porta è un dolore lontano
Che nessuno doveva vedere

La vergogna è la causa principale dell'isolamento delle persone. Il senso di solitudine affianca la percezione che la condivisione sia possibile. Da qui derivano condotte di evitamento, segreti, bugie che, ingigantendosi sempre più, diventano fortezze inespugnabili che contribuiscono a mettere distanza tra sè e gli altri. A questo punto il circolo vizioso è innescato; la vergogna aumenta con i segreti e le bugie, alcuni nomi diventano impronunciabili, alcune parole rimangono nella gola o più in basso, le facce diventano impenetrabili e il gioco è fatto.
Perchè il circolo diventi virtuoso quel primo vagito, troppe volte ingoiato, deve di nuovo uscire, come quella prima volta ...

L'atto linguistico

"... perchè la bella parola genera la bella azione".

La montagna incantata

"La morte è ... come culla della vita, grembo materno del rinnovamento. Se la si considera scissa dalla vita, diventa spettro, grinta ... o qualcosa di peggio".

Le invasioni barbariche

" ... nella mia natura c'è una silenziosa richiesta di cauta lentezza, potrei definirla anche pudore ...
E' con calma che mi piace vedere muovere cose e persone, come se ogni rumore improvviso fosse sempre molesto e violento. L'approccio ha colori tenui; solo dopo, eventualmente, il tratto può farsi deciso e il colore acceso. L'idiosincrasia per il rumore del clacson ha a che fare con la propensione a stare "tra color che son sospesi". Sono affascinata quasi sempre dall' "altra dimensione", come, del resto, è quasi sempre "l'altro senso", quello che mi incuriosisce di più.
La realtà, invadente, costringe la ballerina che danza sulle punte, delicata, a tenere le piante dei piedi, improvvisamente pesanti, incollati alla terra ..."

Non ci conterei troppo!

L'affidabilità consente di costruire rapporti duraturi nel tempo; l'alternativa credo sia l'imprevedibilità di comportamenti che, come nascono dall'estemporaneità così vi muoiono. Mi rendo conto che più c'è il bisogno impellente di trovare punti di riferimento e certezze nell'altro, tanto più è alto il rischio della propria inaffidabilità.
Quindi, è molto meglio preoccuparsi di esserci che preoccuparsi dell'assenza dell'altro: prendere atto di quest'ultima, sarà comunque meno doloroso dato che non viene meno, con essa, la personale possibilità di rivolgere altrove i propri affetti.

Non esiste la neutralità

Basta non aggiungere per togliere.