Guardare lontano

Il corpo che ho
Guardo il mio corpo come se fosse
quello di un’estranea,
senza pietà.
Passo a giudizio ogni singola sua parte
e non lo amo,
lo odio
in maniera inaudita
per quell’imperfetta pochezza che mi fa vivere
Ingombro, zavorra da buttare via,
intralcio di cui liberarsi il prima possibile.
Spietato perché visibile prova del fatto che,
a questo mondo,
sono poche le cose che ci scegliamo.
Lo percorro con disprezzo:
l’occhio,
severo,
coglie ogni bruttura e
masochisticamente vi indugia.
La vergogna lo accompagna
con voce sarcastica,
crudele,
infierendo pesantemente
su ciò che, irrimediabilmente,
sarà sempre così e
peggio.
Il corpo che sono
E' nel momento in cui si riesce a partecipare alla nostra e all' altrui vita, che il giudizio anaffettivo si sostituisce all'essere. L'esserci è talmente impegnativo e appagante da non lasciare spazio alla percezione di estraneità rispetto ad un corpo che, perciò, diventa "il mezzo per arrivare al cuore delle cose".
E' l'estraneità rispetto alla propria esistenza che fa percepire il proprio corpo come un involucro sconosciuto, sempre troppo pesante.

Galline in fuga

Una delle note questioni italiane che si dice (lo diceva in treno l'altro giorno una, piuttosto antipatica devo dire, che ho avuto la sfiga di avere accanto: "no, perchè della fuga dei cervelli all'estero ...ne vogliamo parlare? no, dico ... ne vogliamo parlare?" e lo stava dicendo a un povero ragazzo spaurito che più che conversare sembrava cercasse alla meglio di incassare i colpi che questa tipa gli stava magistralmente somministrando! ... Conclusione: il suo cervello, purtroppo, non era fuggito all'estero, a discapito di tutti noi) condizioni in termini negativi la già precaria posizione dell'Italia rispetto agli altri paesi ,è la "fuga dei cervelli" che se ne vanno in America o non so dove perchè lì sembra che trovino il giusto riconoscimento alla loro intelligenza e al loro lavoro. Insomma non sfrutteremmo abbastanza le nostre risorse interne.
La questione che si pone a me, invece, è la fuga dei cervelli "di gallina?" altrove, non all'estero ma comunque lontano dalla possibilità di valorizzare quelle capacità che, se utilizzate, consentirebbero loro di non sentirsi senza speranza. E' vero anche che, se ciò non fosse, non si tratterebbe di cervelli di gallina o di galletto (così coinvolgiamo anche l'altra metà della mela).

"Le maschere non si scelgono a caso"

"Siamo qua come agli orli della vita ... gli orli, a un comando, si distaccano; entra l'nvisibile: vaporano i fantasmi ... e io ho sempre inventate le verità, caro signore! e alla gente è parso sempre che dicessi bugie. Non si dà mai il caso di dirla, la verità, come quando la s'inventa ..."

Gatto nero, gatto bianco

L'acqua è insegnata dalla sete.
La terra, dagli oceani traversati.
La gioia, dal dolore.
La pace, dai racconti di battaglia.
L'amore, da un'impronta di memoria.
Gli uccelli, dalla neve.

Emily Dickinson

Manovre dentro l'anima

Spostare mobili può essere come mettere le mani dentro l'anima. Occorre delicatezza e attenzione,come sempre quando si ha a che fare con delle cose preziose; preziose non tanto per il valore in sè, di quello chi se ne frega, ma per i ricordi che vi stanno attaccati.
Questi, come la polvere, riaffiorano con tutta la loro forza non appena cominci a toccarli, a manovrarli,a spolverarli ... e così tutto torna, per un attimo, presente, vivido, pulsante.

Vento del nord

Rientro dalla Toscana …
E questa volta bello, speciale … una scatola vuota riempita da tante emozioni e sentimenti, nudi, senza ombre, senza veli ... e questo mi fa sentire bene … mi fa sentire viva … presente nella vita che mi circonda, nelle persone che mi circondano … quante persone, quante vite, quante diversità che fanno sorridere, sperare, piangere. Ma tu cerchi sempre, instancabilmente l'arcobaleno … mi capita spesso quando sono in viaggio, di passare ore in macchina con giornate grigie, piovose che trasmettono malinconia, tristezza, ma all’improvviso un arcobaleno … colori. Colori che parlano, scaldano, sussurrano che nel buio, nel grigio,nella disperazione, c’è sempre una luce, c’è sempre la libertà, c’è sempre la scelta.
La gabbia in cui ti senti di essere rinchiuso è aperta, è sempre stata aperta, la chiave è nelle tue mani …
L’ arcobaleno lo sa e se ne strafrega, lui non ha paura, si presenta in tutta la sua bellezza e potenza, esiste, c’è.


Con qualche piccolo ritocco, pubblico una lettera privata che, però, come quasi tutte le cose private, riguarda tutti.




Notte

Oggi non sono sola

Perchè la nebbia si dilegui e lasci il posto a qualcos'altro, ho l'impressione che la paura paralizzante debba essere sconfitta, ogni volta, dal coraggio.
Allora sarà possibile sentire la gioia di esserci, di ascoltare e di parlare, di immaginarsi ogni giorno una persona migliore e non peggiore.
Il pensiero principale non più rivolto a nascondere quello che sembra o è inadeguato ma a esprimere quello che, se condiviso, potrebbe esser l'occasione della scoperta.
La vita, in tal caso, potrebbe essere la somma di esperienze più che la tragica sottrazione di integrità fisica, bellezza, vitalità. Allora sarà possibile vedere tutti i colori e le sfumature che ci rendono degli esseri umani unici.

Le parole che restituiscono l'immagine

E poi trovò che il pensiero era già lì da prima, in qualche posto, e gli mancavano solo le parole

Il sale della speranza

Per fortuna siamo ancora capaci di piangere,
il pianto spesse volte è una salvezza,
ci sono circostanze in cui moriremmo
se non piangessimo

Parole per te

Da qualche tempo, pur fra le mie numerose fragilità, sento che le cose vanno proprio nel modo in cui desidero che vadano e allora mi chiedo da dove venga tutta questa bellezza; la luce è sempre la stessa: "La ragione degli affetti".
Buon Anno.

Daniela

Dal romanzo "Cecità"

Ecco come sono le parole, nascondono molto, si uniscono pian piano fra di loro, sembra non sappiano dove vogliono andare, e all'improvviso, per via di due o tre, o di quattro che all'improvviso escono, parole semplici, un pronome personale, un avverbio, un verbo, un aggettivo, ecco lì che ci ritroviamo la commozione che sale irresistibilmente alla superficie della pelle e degli occhi, che incrina la compostezza dei sentimenti, a volte sono i nervi a non riuscire a reggere, sopportano molto, sopportano tutto, come se indossassero un'armatura ... e poi [ci sciogliamo] in lacrime per via di un pronome personale, di un avverbio, di un verbo, di un aggettivo ...
(José Saramago)

Ti lascio una canzone per coprirti se avrai freddo ...

una canzone che tu, potrai cantare a chi,
a chi tu amerai dopo di me,
a chi non amerai senza di me ...


La bellezza si nasconde anche dietro i più grandi dolori.
Ti bacio con amore

Sognando

Me ne sto lì seduto e assente, con un cappello sulla fronte e cose strane che mi passan per la mente avrei una voglia di gridare, ma non capisco a quale scopo poi d'improvviso piango un poco e rido quasi fosse un gioco
Se sento voci, non rispondo / Io vivo in uno strano mondo Dove ci son pochi problemi / Dove la gente non ha schemi

Non ho futuro, né presente, e vivo adesso eternamente il mio passato é ormai per me, distante ma ho tutto quello che mi serve, nemmeno il mare nel suo scrigno ha quelle cose che io sogno, e non capisco perché piango

Non so che cosa sia l'amore / E non conosco il batticuore per me la donna rappresenta / Chi mi accudisce e mi sostenta

Ma ogni tanto sento che, gli artigli neri della notte mi fanno fare azioni, non esatte d'un tratto sento quella voce, e qui incomincia la mia croce vorrei scordare e ricordare, la mente mia sta per scoppiare

E spacco tutto quel che trovo / Ed a finirla poi ci provo

Tanto per me non c'è speranza / Di uscire mai da questa stanza

Sopra un lettino cigolante, in questo posto allucinante io cerco spesso di volare, nel cielo non so che male posso fare, se cerco solo di volare io non capisco i miei guardiani, perché mi legano le mani

E a tutti i costi voglion che / Indossi un camice per me Le braccia indietro forte spingo / E a questo punto sempre piango

Mio Dio che grande confusione, e che magnifica visione un'ombra chiara mi attraversa, la mente le mani forte adesso mordo e per un attimo ricordo che un tempo forse non lontano, qualcuno mi diceva: 't'amo'

In un addio svanì la voce / Scese nell'animo una pace

Ed è così che da quel dì / Io son seduto e fermo qui

Don Backy (1978)

Un augurio per il nuovo anno

Dalla finestra guardo fuori, curiosa, in cerca di chissà che cosa che mi sembra, nella mia mente, dovrebbe essere nuovo come l'anno che è appena cominciato. Immagino, e forse è l'augurio più bello, di riuscire a vedere , magari anche le stesse cose, in un modo nuovo per coglierne aspetti inesplorati. E' tanta la bellezza che mi lascio alle spalle, ha prevalso sicuramente rispetto alla bruttezza, che ci deve essere stata, ma di cui ho poca memoria. Mi porto dietro gli sguardi e i sorrisi delle persone, la loro presenza, il loro entusiasmo che mi hanno reso migliore e con questo leggero bagaglio continuo un cammino per incontrare ... che mi dia occhi nuovi per vedere più lontano, che mi dia una bocca nuova per dire meglio ... Già , mentre penso a tutto questo, guardo fuori e mi sembra di notare cose nuove, poi guardo dentro e , lo stesso, mi sembra di sentire il movimento.